MA QUANTO E’ TORNATA INDIETRO L’ITALIA ANCHE SUL DIRITTO ALLA MATERNITA’?

DI MARISA CLARA CELESTE CORAZZOL

 

Dov’è finita la legge 1204 del ’71 che imponeva l’astensione dal lavoro per la donna due mesi prima del parto previsto e tre mesi dopo la nascita del figlio? E che, pensa un po’, permetteva perfino il dimezzamento dell’orario settimanale per allattamento?
Ecco una domanda non posta ieri sera da Formigli alle donne presenti in Studio, nel corso della trasmissione “Piazzapulita” trasmessa da La 7 (con Nunzia di Girolamo presente, d’altronde, ex eletta nelle file di Berlusconi).
Ma si sa, in Italia, che in Francia, come in Germania, come in Olanda, come in Danimarca, non solo viene riconosciuto il diritto al congedo per maternità alla mamma, ma addirittura anche al papà. In alcuni casi, per la mamma, (come per il papà, alternativamente, addirittura fino a tre anni dopo la nascita del figlio)?..
Congedi normalmente retribuiti e perdippiù, con tanto di “assegni familiari” che scattano sin dalla nascita del figlio/a. E più figli hai più percepisci assegni familiari.
E guai a qualsiasi datore di lavoro che dovesse decidere di licenziare una donna solo perché in gravidanza o solo perché, in età di procreare, non dovesse essere assunta a rischio di doverla non solo retribuire, ma anche di sostituirla. Il “datore di lavoro” rischierebbe multe salatissime se non, addirittura, la chiusura della sua attività.
E la Spagna ha anche, pensa un po’, povera “italietta”, legiferato sul “congedo mestruale” per le donne che patiscono un ciclo mestruale doloroso!…
E tu, povera Italia, “quo vadis”, la cui denatalità è da “record mondiale” e la cui miseria sociale, dovuta all’assenza totale di un Welfare che sia uno, dovrà, di questo passo, rassegnarsi a migrazioni continue e costanti.
E non solo di “Cervelli”?…