LA VITTORIA DELL’UCRAINA ALL’EUROVISION, UNA PAGLIACCIATA

DI EMILIANO RUBBI

 

Vi basti pensare che, da decimi/undicesimi che erano dati prima dello scoppio della guerra, sono diventati immediatamente i favoriti per tutti i bookmakers appena qualche giorno dopo.
Ed è una pagliacciata perché, nella realtà di plastica che ci stanno vendendo i media, questo dovrebbe rappresentare, in qualche modo malato, una sorta di “riscatto”, una maniera per far vedere che tutti sono vicini agli ucraini in guerra.
Ma quella è gente che sta sotto le bombe.
Gente che muore.
Gente che da mesi campa nei bunker e non sa se arriverà alla settimana prossima.
E noi, per “dare un segnale”, gli facciamo vincere un concorso musicale trash in tv.
Immaginate quanto possano esserne entusiasti.
“Ehi, ho da darti una notizia brutta e una buona: la brutta è che tuo figlio è morto fatto a pezzi da un missile, la buona è che l’anno prossimo l’Eurovision lo organizzate voi!”
E non parlatemi di Zelensky che festeggia, per favore, mi sto riferendo alla gente comune, quella che crepa davvero.
È il trionfo della concezione “americana” dell’esistenza: si confonde la solidarietà con lo spettacolo, la politica con le trasmissioni trash, la vita con X Factor.
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Potrebbe essere un'immagine raffigurante 6 persone e persone in piedi