DI MARIO PIAZZA
La paura è un sentimento indispensabile alla vita, non meno dell’aria e dell’acqua. Senza di essa qualsiasi prole, cucciolata o nidiata che sia, non raggiungerebbe mai l’età della riproduzione.
Legittimata la paura in due parole, abbiamo studiato che l’istinto reagisce a essa in quattro modi diversi che in inglese iniziano tutti con la lettera Effe: Fight, Flight, Freeze, Fawn.
Fight: combatti il pericolo e distruggilo a qualsiasi costo.
Flight: scappa, allontanati dal pericolo il più rapidamente possibile.
Freeze: non fare nulla e spera che il pericolo svanisca da sè.
Fawn: arruffianati, mostrati amico del pericolo e forse ti salvi.
Questo è l’istinto ma disgraziatamente a esso l’essere umano ha sovrapposto la propria cultura creando una quinta categoria e anche quella inizia con la Effe: la categoria dei “Fighter con la pelle degli altri”.
E’ una categoria a cui appartengono non solo i potenti col culo coperto che reagiscono alla paura ordinando ai propri sudditi di ammazzarsi a vicenda. Nonostante il pericolo per noi non sia ancora imminente sono spuntati come funghi i guerrafondai da bocciofila, gli eroi dell’HD a 55 pollici, le pasionarie da coiffeur pour dames, i guerrieri della pausa pranzo, quelli e quelle che per la libertà e la democrazia sono prontissimi a dare la vita degli altri.
Perché stringi stringi, ripuliti i discorsi dalle trombonate retoriche ed epiche, inviare armi agli Ucraini significa solo e soltanto questo:
“Crepa tu che io ho altro da fare.”
