IL NOSTRO SUD ULTIMO IN EUROPA PER OCCUPAZIONE

DI RAFFAELE VESCERA

 

Anche quest’anno i dati Eurostat parlano chiaro: il nostro Mezzogiorno è ultimo in Europa per tasso di occupazione, una media del 43% a fronte di una media europea del 68%, che vede alcune regioni del Nord italiano al 70%: Tra le cinque Regioni di Paesi europei nelle quali il tasso d’occupazione è peggiore, ben 4, secondo i dati Eurostat, sono italiane.
Si tratta, nell’ordine, di Sicilia (con un tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni del 41,1%,), Campania (41,3%), Calabria (42%) e Puglia (46,7%), mentre il tasso medio per l’Ue a 27 è del 68,4%. Assieme alle quattro regioni italiane c’è anche la Guyana francese , che si trova però in Sudamerica.
Sì, incredibile ma vero, il nostro amato Sud è al livello di una colonia d’oltremare, dove rapinare risorse naturali e umane, impoverendola, per accrescere il benessere della “madrepatria”.
La condizione del mezzogiorno d’Italia, come denunciato il secolo scorso dai padri del meridionalismo, quali Salvemini e Gramsci, è una condizione coloniale, per l’appunto. Basti pensare alla disparità di trattamento praticata dallo Stato italiano: per un cittadino meridionale, lo Stato spende 3.500 euro in meno l’anno che per uno del Nord, in infrastrutture e servizi. 3.500 euro che moltiplicati per i 20 milioni di abitanti del Sud fanno 70 miliardi l’anno di mancati investimenti pubblici per il Sud.
I risultati di tale scellerato comportamento dello stato nordcentrico sono sotto i nostri occhi, ferrovie e strade a pezzi, aeroporti ogni 300 km, porti in abbandono, ospedali carenti, scuole non a tempo pieno, Comuni con la metà dei dipendenti concessi al Nord etc.
Tutto ciò mentre al Nord lo Stato profonde ferrovie ad alta velocità, aeroporti ogni 40 km, strade a iosa anche superflue, porti privilegiati, scuole a tempo pieno, ospedali a 5 stelle, impianti sportivi a volontà, e quant’altro può rendere civile un territorio.
In una società liberoscambista come la nostra, privare un territorio di collegamenti moderni, vuol dire condannarlo all’impoverimento.
Il tutto, costa al Sud 100.000 giovani che emigrano ogni anno, non c’è famiglia meridionale che non abbia un figlio al Nord o all’estero, un milione in 10 anni, 4 milioni in 40 anni e così via, sino alla morte per spopolamento del Mezzogiorno, ridotto a terra di “servizio” dove scaricare le produzioni nocive e le deiezioni industriali del Nord, come già accade ampiamente.
Convinzione comune degli abitanti del Nord, per nulla informati di tali discriminazioni subite dal Sud, sin dall’Unità d’Italia, è che la colpa della condizione di arretratezza del Mezzogiorno è degli stessi meridionali definiti volta per volta “pigri, fannulloni, indolenti, inferiori”, e altre amene sciocchezze razziste, tanto care alla Lega (Nord) ma comuni ai restanti partiti, tutti al servizio di lorsignori del Nord.
Basti considerare quanto il governo draghi sta facendo con i 200 miliardi stanziati dall’Europa per far ripartire l’Italia, ultima per crescita, a causa dei suoi vergognosi divari territoriali, anziché destinarli per mettere il Sud in condizione di competere, ancora una volta trova pretesti e cavilli per dirottare al Nord i fondi spettanti al Sud.
È ora che il Sud si unisca, scacciando i politicanti asserviti agli interessi colonialistici dei grandi gruppi finanziari settentrionali, e si impadronisca del proprio destino, se vuole salvare la propria terra e la sua millenaria civiltà.
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da ANSA
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