NATA UNA NUOVA FORMA DI GIORNALISMO: “L’AUTOREFERENZIALE”…

DI GIANCARLO SELMI

 

Le interviste di Gruber al Presidente Conte (tutte), hanno inaugurato una nuova forma di giornalismo d’intervista: l’autoreferenziale, nella quale è più importante la domanda che la risposta.
Presa dalla smania dello scoop, della sensazionalità a tutti i costi, dell’opportunità di poter avere qualche titolo di giornale a lei dedicato; ma anche di mettere in difficoltà l’intervistato ed attaccarlo a tutti i costi, anche quando lo stesso aveva già risposto esaustivamente alla domanda, la Gruber interrompeva costantemente, si sovrapponeva all’intervistato.
Il tutto condito da risolini ed evidenti ammiccamenti a pubblico ed al solito, indisponente, compagno di bottega politica Giannini. Una evidente partecipazione personale all’intervista, provata, anche, dal rigonfiamento delle sue mitiche vene del collo.
La grottesca intervista di ieri, con l’intervistatrice che parlava più dell’intervistato, che lo interrompeva più volte, che si dava risposte alle sue stesse domande, è sembrata più un dialogo fra un sordo ed un’altra persona, di quelli a cui si assiste sui treni, dove uno dei due non ascolta e pensa costantemente a quello che dirà dopo.
Curioso che proprio la Gruber, pasionaria in Rai ai tempi di Berlusconi, con il suo allora compagno Giulietti, della informazione non drogata dalla politica, oggi risulti la più arrogante portabandiera della linea renzian-Cairo-Debenedettiana anti-Conte. Come si cambia…
Il declino della credibilità della Gruber, insieme all’ormai evidentissimo ed inarrestabile declino della qualità dei giornalisti e del giornalismo stesso, è cosa della quale prendere atto.
Bene farebbe il Presidente Conte a rifiutare ulteriori inviti della rossa ormai decotta.