DANNI COLLATERALI

DI GIOACCHINO MUSUMECI

 

l’Italia è governata da personalità di bassissima statura morale, fedeli all’atlantismo sublimato nell’idea che prima o poi tutti soccomberanno alla superiorità strategica e militare USA ( Fuck Ue disse Victoria Nuland). L’unico ostacolo europeo in questo cammino è la Russia. Perciò va prima indebolita e poi abbattuta. Solo un idiota si aspetterebbe che Putin stia fermo a guardare e i vertici americani non sono idioti, tutto il contrario. Tant’è che questa guerra, ricordiamo cominciata da Putin, sembrava annunciata.
L’invasione è una prevaricazione del diritto ma non si verifica senza una ragione economico/politica precisa. La narrazione dei buoni propositi occidentali è viziata da elementi controversi da cui è impossibile dissociare certa filosofia di pensiero Made in USA.
In verità, e lo dico senza alcuna remora, l’amministrazione Biden oggi coagula ragioni espansionistiche nell’est europeo in cui gli Usa pretendono il primato assoluto.
Il successo della strategia Usa in Ucraina porrebbe gli Americani in una nuova posizione egemonica mondiale. L’obiettivo val bene la pena di smobilitare una macchina propagandistica potentissima atta a polarizzare l’attenzione sui crimini di Putin.
Ma ciò non assolve dalle responsabilità che ci hanno condotto al disastro di oggi in cui la tattica americana segue uno schema ben consolidato: se il governo di uno stato sovrano non risponde a precise ambizioni Usa, è lecito esautorarlo sacrificando civili, per sostituirlo con uno più filoamercano. Ciò è chiaramente avvenuto in Ucraina con la rivoluzione di Maidan.
A testimoniarlo più conversazioni intercorse tra vertici americani che organizzarono la rivolta. Dubito che Ursula Von Der Leyen ignori un dato che getta troppe ombre sull’integrità delle istituzioni europee. Negarlo non servirà a minimizzare conseguenze agghiaccianti, la più grave di queste è la guerra nel Donbass e inenarrabili atrocità ben documentate su cui indaga il tribunale dell’Aia. Quanto ha influito l’inerzia europea nel precipitare gli eventi verso l’orrore di oggi, a cosa si deve l’inspiegabile rifiuto di Zelensky a rinforzare gli accordi di Minsk, in che modo gli Usa hanno influenzato le scelte di Kiev.
Domande che attendono risposte. Ma oltre questo sappiamo che non c’è nulla di Democratico nei colpi di stato occidentalizzanti soprattutto se garantiscono persecuzioni di ampie fasce di popolazione che non riconoscono governi prodotti a tavolino.
Ho sempre trovato incompatibile la legittimazione del popolo Ucraino comprensiva dell’eccidio di parte di esso. L’Ucraina non sarà mai una democrazia autonoma e in pace se disegnata secondo i nostri desiderata.
Per proclamarci migliori di Putin, non dovremmo finanziare rivolte per capovolgere competizioni elettorali e decidere i presidenti degli Stati sovrani a seconda della loro ubicazione geografica.
E viste le mosse di Draghi oggi, non mi meraviglierebbe se il suo arrivo fosse stata un idea preconfezionata da certa intellighenzia Atlantica. In poco tempo sarebbe occorsa una solida pezza d’appoggio europea per programmi futuri che forse Giuseppe Conte non avrebbe approvato. C’è da domandarsi cosa sarebbe accaduto se a milioni avessimo manifestato dissenso per una scelta i cui effetti oggi sono rovinosi.