BORIS JOHNSON “EUROPEISTA PENTITO”

DI NICOLETTA AGOSTINO

 

Boris Johnson, l’uomo che ha condotto il suo Paese fuori dall’Europa, e che oggi sembra aver ritrovato il suo spirito europeista grazie all’intervento militare contro la Russia, in questo ritrovato sentimento comunitario ha annunciato di voler “gentilmente” accompagnare i richiedenti asilo arrivati illegalmente nel suo Paese, in Ruanda. Un Paese noto per la sua ospitalità e certamente dotato di strutture di accoglienza all’avanguardia.

Pare che l’accompagnamento, o per i più pessimisti, la deportazione, avverrebbe solo per gli uomini. Questo grazie ad un accordo economico stipulato con le autorità ruandesi, pari a 120 milioni di sterline, che comporterebbe rimpatri ultra rapidi e la gestione dell’iter burocratico direttamente nel Paese di accoglienza. Lo scambio, dice Johnson, permetterà di “integrare nuova manodopera nel tessuto economico del Paese ospitante”.

E noi ci fidiamo totalmente e non sospettiamo nemmeno per un attimo che questi accordi possano in qualche maniera assomigliare a quelli stipulati dal governo italiano con le autorità libiche, pagate per controllare i flussi migratori e integrare uomini, donne e bambini nel tessuto economico dei lager dove vengono gentilmente accolti, o per i più realisti, detenuti.

Ad ogni modo, le mosse di Boris Johnson mi sembrano molto coerenti con la difesa dei nostri valori occidentali: accoglienza e intervento militare in Ucraina, per difendere uomini, donne e bambini che fuggono dalla guerra, respingimenti, deportazioni e reclusioni di uomini, donne e bambini, che fuggono dalle guerre sbagliate, combattute nella parte sbagliata del mondo.
Molto europeista.