“UN’INCHIESTA SUI FINANZIAMENTI DI PUTIN ALLE DESTRE EUOPEE”

DI ANTONELLO SETTE

 

Onorevole Nicola Fratoianni, voi avete chiesto che si faccia luce sui rapporti opachi fra alcuni politici italiani e il partito di Vladimir Putin. Perché avete definito questi rapporti opachi?

Noi abbiamo chiesto che si si faccia luce più complessivamente sui rapporti fra la politica italiana e Stati e interessi stranieri.

Mi pare sia questo un momento, in cui il tema è particolarmente all’ordine del giorno. Vorremmo, quindi, che su questi rapporti l’opinione pubblica, il Parlamento e le istituzioni fossero adeguatamente informati. Questo è il punto principale in un contesto nel quale, come dimostrano inchieste e relazioni politiche alla luce del sole, i rapporti fra partiti e personalità politiche di questo Paese da una parte e interessi stranieri dall’altra, si sono manifestati anche in relazione alla Russia di Putin. Di fronte a quello che sta accadendo e alle iniziative intraprese e da intraprendere, a me pare che sarebbe utile avere qualche chiarimento anche su aspetti come questo.

Per una parte della sinistra le autopraclamatesi Repubbliche del Donbass vanno difese dai fascisti. Non bisognerebbe far luce anche sui rapporti opachi che ruotano intorno al Donbass?

Io penso che in questo drammatico momento sia prima di tutto necessario fare tutto il possibile perché finisca al più presto l’aggressione russa all’Ucraina, che è il punto attualmente di gran lunga più esposto. La crisi, che per molti anni ha attraversato il Donbass, deve essere affrontata dal punto di vista diplomatico e politico, cercando di recuperare almeno lo spirito degli accordi di Minsk, che prevedevano elementi di maggiore autonomia per quelle Repubbliche. E’, però, evidente che, di fronte alla tragedia e alle modalità terribili della guerra, la priorità debba essere porre fine all’occupazione russa dell’Ucraina e, solo a partire da lì, eventualmente riaprire la discussione sullo statuto delle Repubbliche del Donbass.

Al di là delle diverse posizioni sull’invio delle armi all’Ucraina, perché, secondo lei, una parte della sinistra radicale ha posizioni ambigue su un reazionario come Putin che, oltre a perpetrare un genocidio, non esita a usare il patriarca ortodosso di Mosca per legittimare la sua sporca guerra?

Non saprei dirle il perché. Di cero ci sono posizioni ambigue, che faticano soprattutto a individuare il centro del problema. Io continuo a pensare che nella situazione attuale sia impossibile non avere un giudizio molto netto su quello che sta avvenendo. Non c’è dubbio che il responsabile di questa aggressione sia la Russia di Putin e che, di fronte a questa guerra, serva una presa di posizione decisa e inequivocabile. Il fatto che ci siano aree, che questa posizione faticano ad assumere, è politicamente e dal mio punto di vista problematico, ma non riguarda in nessun modo la sinistra che io rappresento.

Resta il fatto che la contropropaganda pro Putin è così attiva in Italia da far dire al giornalista Alan Friedman che l’Italia è la democrazia del G7 più putiniana e all’ex sottosegretario agli Esteri Bobo Craxi che evidentemente c’è tanta gente pagata dai russi, altrimenti tutto questo non si giustifica…

Io non so se ci sono persone direttamente a libro paga. Certamente il nostro è un Paese nel quale i rapporti con la Russia Putin ci sono sicuramente stati. Del resto è acclarato che Putin sia stato uno dei principali finanziatori di molte forze della destra europea. La nostra proposta ha anche l’obiettivo di rendere evidenti questi rapporti e di fare in modo che ognuno possa formarsi un giudizio chiaro ed esplicito rispetto a quello che è accaduto e che ancora accade, in ordine alle scelte e alle posizioni politiche.

di Antonello Sette (SprayNews)