LE VERGOGNE DELLA GUERRA E I NAZISTI BUONI SECONDO GRAMELLINI

DI GIOACCHINO MUSUMECI

 

Il quotidiano tedesco Bild rompe il muro di omertà imposto dalla propaganda monster operata dai media sulla guerra in Ucraina. Ieri è stato pubblicato un video in cui si vedono militari Ucraini sparare alle gambe dei soldati russi legati affinché non possano più camminare.
Non pubblico il video perché è aberrante almeno quanto il bombardamento di Mariupol. Poi come si sa è concesso mostrare solo le mostruosità russe; gli Ucraini sono “gli aggrediti” e non commettono crimini. Casomai li commettano tutto sommato via, sono accettabili.
Ma sparare su prigionieri legati è un efferatissimo crimine di guerra e non c’è modo di convincermi che non sia cosi.
Se capisco che i soldati ucraini combattono al fronte per difendere le loro famiglie, non si può accettare il sadismo mostrato contro i soldati russi legati che ormai non possono nuocere.
A questo proposito voglio segnalare Il tentativo raccapricciante dei vari Gramellini, Ezio Mauro, Molinari & company di voler rendere i neonazisti ucraini, rei di otto anni di crimini contro l’umanità e oggi impegnati in guerra, come “nazisti kantiani moderati”. Gramellini supera ogni limite affermando che i neonazisti sono degli esaltati ma comunque disposti a sacrificarsi per le loro famiglie. Insomma come dire che Hitler aveva la sue ragioni, o che Mussolini faceva le cose buone. Discorso mai valido per i soldati russi che, come si sa, devono eseguire ordini.
Per conto mio trovare del buono in un neonazista è una “mission Impossible”, per loro non proverò empatia MAI.
Spero solo che il popolo ucraino, nonostante la sofferenza, non voglia emulare mai carnefici di qualsiasi genere e Zelensky prima o poi dovrà spiegare le incomprensibili commistioni neonaziste che affliggono il SUO paese. Ma alcuni giornalisti nostrani sono vergognosi fino all’inverosimile: I ripetuti tentativi di redimere i neonazisti ucraini scrivono le pagine più tristi del nostro giornalismo contemporaneo e resteranno operazioni mediatiche miserrime, le peggiori di sempre.
__________________________________________________________________