LIBERTA’ PER JULIAN ASSANGE, ORA!

DI MARISA CLARA CELESTE CORAZZOL

 

I russi non si chiamano tutti Vladimir Putin, come i tedeschi non si chiamavano tutti Adolph Hitler. Come tutti gli italiani non si chiamavano Benito Mussolini, come gli Spagnoli non si chiamavano tutti Francisco Franco, come tutti i portoghesi non si chiamavano Salazar, come tutti i cileni non si chiamavano Pinochet, come tutti i brasiliani non si chiamano Bolsonaro.
Perché lo dico? Semplice.
Perché ne ha dato prova anche una giovane giornalista che, a rischio della sua libertà e della sua stessa vita, ha manifestato in diretta TV “One TV” russa, che lo spirito e la volontà di libertà di pensiero non potrà mai, ovunque si installi una qualsiasi “oligarchia” o “teocrazia” che dir si voglia, superare e sconfiggere la legittima ambizione di tutti di vivere e di esprimersi liberamente, senza incorrere nel rischio di essere imbavagliati perché di “disturbo” al potente di turno.
Ora non ci resta che desiderare che, a seguito della multa di 250€ la giornalista televisiva russa non incorra in un processo “inquisitorio” di stampo medievale.
Come mi auguro che Julien Assange, solo per aver pubblicamente denunciato i crimini di guerra di militari mandati al macello in Iraq dagli USA che da allora ne richiedono l’estradizione e che la Corte Suprema del Regno Unito ha, apparentemente convalidato.
Se parliamo di diritto alla libertà di stampa e di espressione, questo deve poter valere anche in quel mondo occidentale ed apparentemente – ma non ne sono così certa – “democratico” che dovrebbe garantirne il pieno rispetto.
Libertà per Julian Assange. ORA!