DI MARIO PIAZZA
Lascio volentieri ad altri il compito di parlare degli episodi bellici di una guerra che più di tutte le altre vede la propaganda come principale ingrediente, per farlo a cuor leggero in questo accatastarsi di cronache e immagini vere e false ma sempre contraddittorie occorre essere schierati con l’una o l’altra parte e io non lo sono.
La mia parte è quella della Pace a qualsiasi costo, e accanto a me non vedo né chi giustifica l’invasione russa parlando delle repressioni nel Dombass né chi vorrebbe l’universo mondo accanto a Zelensky.
Di queste due fazioni ciò che mi colpisce di più è la disinvoltura. La disinvoltura di chi per 8 anni se ne è strafottuto allegramente della guerra nel Dombass e che non aveva idea di cosa fossero gli accordi di Minsk, e poi la disinvoltura di chi fino a ieri amoreggiava con quel pazzo assassino di Putin alla faccia dei georgiani, dei cazachi, dei ceceni e degli afgani.
Ma più ancora delle altre mi colpisce la disinvoltura dei bellimbusti guerrafondai che tirano in ballo i nostri partigiani, stolidamente certi che non avrebbero esitato a combattere il nazifascismo anche se Hitler avesse avuto il dito sul pulsante nucleare, pronto a premerlo per incenerire tutta la razza umana.
Ci sono guerre che non possono essere combattute, e credo che i Partigiani sarebbero stati i primi a capirlo.