DI LIDANO GRASSUCCI
Quando gli oligarchi russi “invasero” Sabaudia e furono respinti dalle dune troppo eleganti.
Nel 2009 ci fu un ondata turistica di russi a Sabaudia che fece sognare, chi affittava alloggi e ai commercianti, di aver trovato la gallina dalle uova d’oro, ma….
Ma questi nuovi ricchi non erano la “intelighenzia italiana degli anni 50” e nemmeno i “radical chic della Roma fine anni 90” a cui bastano le spiagge e il sole di Sabaudia e si accontentavano di case non proprio di gran lusso.
Tantomeno erano Totti a cui basta la spiaggetta libera tra la gente per tirare due calci ad un pallone.
No, i russi erano come si dice a Sezze “piducchi arifatti” cioè dei pseudo borghesi russi diventati multimiliardari d’improvviso, oligarchi, tanto da pretendere case super accessoriate con cucine all’ultima moda, posate d’argento e che nel loro shopping pomeridiano nel bellissimo centro di Sabaudia (la città descritta da Pasolini quale ” città a misura d’uomo”), pretendevano inoltre di trovare commesse in grado di parlare il russo o almeno in perfetto inglese .
Così fu che Sabaudia ebbe l’esperienza di avere per alcuni di anni i russi tra le proprie dune, russi schizzinosi non si accontentarono del mitico profilo della Maga Circe, di bagnarsi tra le onde di quel mare che fu galeotto a Ulisse per via della maga Circe.
Non si accontentarono, non apprezzarono la natura selvaggia di Sabaudia e così come arrivarono se ne andarono, tutti e mi sa per sempre. Diciamo trovarono una duna resistente al neocafonal in versione russa
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