“UN GIORNO QUESTA GUERRA FINIRA’…”

DI MARIO PIAZZA

 

Speriamo il più presto possibile ma che finirà è certo come è certo che quel giorno, non importa quali e quanti obiettivi avrà raggiunto, non potrà essere l’aggressore Putin a riportare la Russia nell’ambito delle nazioni cosiddette civili.
“Civile” si fa per dire, perché non c’è nulla di civile nel fare o promuovere le guerre in casa d’altri come più o meno hanno fatto tutti i paesi che oggi sventolano le bandiere della pace, primo tra tutti Israele che senza vergogna si offre come “mediatore” ma che da settant’anni e con dieci leader diversi ha fatto e sta facendo alla Palestina ciò che Putin prova a fare all’Ucraina, curiosamente senza che nessuno abbia qualcosa da ridire.
Usiamo allora la parola “civile” solo per definire le simil-democrazie che commerciano, viaggiano, lavorano, competono, si divertono, si alleano e litigano seguendo tutte le stesse regole la prima delle quali è che se proprio si deve sparare è meglio farlo per interposta persona in Medio Oriente, in Asia, in Africa o in Sud America e possibilmente usando il silenziatore.
E’ proprio la consapevolezza che la sua storia di leader mondiale finirà con questa guerra a rendere Putin pericoloso quanto quel coglione del colonnello Kilgore nella foto, uno che parla di surf e di sterminare un villaggio senza capirne la differenza.