DRAGHI E I NOSTRI DOLORI

DI GIOACCHINO MUSUMECI

 

“ Niente contro di lei, ma servono fondi”. L’ex premier incontra Draghi e passa al sodo sulla sanità e le bollette schizzate alle stelle con ripercussioni gravissime sulle famiglie. Encomiabile l’impegno dell’ex premier in vista di tempi cupi.
Super Mario ha un problema spinoso che non si può risolvere: il debito monster, ghigliottina che stronca molti entusiasmi. Si torna coi piedi per terra, dopo presidenziali sconcertanti, le istituzioni europee danno segni di insofferenza palesati col brusco innalzamento dello spread.
“ L’Italia spenda meglio e riduca il debito” redarguisce Christian Lindner, ministro delle finanze tedesco. Tradotto: niente scostamenti di bilancio che concorrerebbero a alla crescita del debito.
IL NOSTRO DEBITO PUBBLICO spropositato rispetto alla crescita enormemente sovrastimata dai media, inibisce l’evoluzione verso l’equità. I media e l’intellighenzia liberale si sperticano per rassicurarci su Draghi, ma imbocchiamo una strada molto ripida in cui dominerà il disagio sociale.
Mentre si guarda come investiremo risorse, tra evasione e sprechi pubblici bruciamo 300 miliardi l’anno. Oltre la totalità dei fondi Recovery. Un assurdo logico dalle conseguenze drammatiche a spese dei cittadini. Politica e media tacciono.
Lo scenario futuro è poco promettente: l’Europa attraversa una tempesta inflattiva che introduce politiche monetarie restrittive nel momento più sbagliato.
Lagarde apre all’aumento dei tassi e ciò implica minore circolazione di capitali, difficoltà di accesso al credito e contrazione dei consumi in un mercato esausto.
In Europa si dibatte sul Recovery perenne e sulla possibilità che ogni paese negozi autonomamente il proprio debito, ma le correnti più forti sono quelle dell’austerity : per combattere l’inflazione bisogna aumentare i tassi, tagliare spesa pubblica e gli investimenti.
Ma così i paesi più deboli, si guardi la Grecia, non potranno usare tutte le risorse per alimentare l’economia, dovranno veicolarne una parte verso la restituzione di debiti sempre più imponenti, la nostra condizione.
In quanto ai fondi europei va annotato che le grandi imprese Italiane e le aree di investimento sono localizzate nel Settentrione. Irrobustire “ i punti di forza” significa abbandonare piccole e microimprese dislocate essenzialmente nel mezzogiorno. In altre parole pagheremo con disuguagliane sociali estreme il costo della ripresa economica che invece ignorerà i più esposti.
La Democrazia si allontana sempre più dal dettato costituzionale, deformata dai diktat della finanza a cui è prona la politica che loda il premier Mario Draghi.