REPORT: BERLUSCONI, STORIA DI UN ITALIANO

DI VINCENZO G. PALIOTTI

 

 

Ho seguito il consiglio di un amico che, su queste pagine, giorni fa raccomandava di rivedere l’ultima puntata di Report che parlava dell’ex cavaliere, ex PdC, ex senatore, ex tutto insomma.

Non vi nascondo che l’ho seguito con il fiato sospeso, il contenuto di quel reportage è veramente raccapricciante e la sintesi finale di Ranucci disegna in pieno cosa ha lasciato Silvio Berlusconi al popolo italiano.

Ranucci dice: “Perché è fallita l’Operazione Scoiattolo, quella per reperire voti per diventare Presidente della Repubblica e coronare il suo sogno, non certo per le sue battaglie contro l’Autorità Giudiziaria, per le leggi ad personam, per il bunga, bunga. Perché Berlusconi aveva tutti i diritti per diventare presidente della Repubblica, non lo è diventato perché ha inoculato nella società un modello culturale: quello della scorciatoia, cioè quello di arrivare al successo attraverso i canoni della bellezza, della ricchezza, della impunità mettendo invece a parte, nell’angolo, la meritocrazia e il rispetto delle regole che imbarazzava e che addirittura era diventato un handicap. Perché aveva inoculato nella società l’idea che non pagare le tasse fosse giusto, che cioè non contribuire al welfare di un paese, all’istruzione, alla sanità alimentando cioè quelle odiose disuguaglianze. E poi, ha inoculato il virus dell’uomo solo al comando che è stato un virus che è stato subito preso da alcuni leader politici che tentano di emularlo.

Ranucci ha poi citato i mezzi che Berlusconi aveva a disposizione e come li ha utilizzati per combattere e sconfiggere i suoi avversari. Mezzi notevoli, cinque televisioni, tre reti sue e due del servizio pubblico adottando, per mezzo di queste le stesse strategie di comunicazione per cui si dovevano demonizzare gli avversari gettando fango su di loro. La forza dei suoi media era data anche dalla possibilità che aveva di indirizzare il mercato della pubblicità prevalentemente sulle sue emittenti lasciando ben poco alla concorrenza, salvo ricevere adesioni e compiacimenti al suo disegno politico ed avere una fetta di quella “torta da dividere”.

Oltre a ciò, Berlusconi ha creato il “mito” dell’uomo solo al comando, esempio che è stato subito preso per “oro colato” da una parte della attuale classe politica che non solo questo ha “ereditato” dall’ex cavaliere, anche il modo di confrontarsi con gli avversari utilizzando i social con la strategia, che ancora funziona, della macchina del fango con l’obiettivo di abbattere il nemico.

Tutto questo circondandosi di personaggi assetati di fama, potere, denaro; cose che Berlusconi ha concesso e non sappiamo se veramente per spirito caritatevole o per pagare il silenzio di questi, gli interventi di alcuni di questi personaggi, Emilio Fede per esempio, lo lasciano pensare. Così come sospettano i magistrati che hanno istruito diversi processi per stabilirlo.

Berlusconi ha degradato il modo di essere di questo Paese, danni incalcolabili, portarlo al Quirinale sarebbe stato legittimare tutto quanto lui ha escogitato, e messo in atto, per arrivare al potere facendo cadere la speranza degli italiani onesti di riappropriarsi di quei valori con i quali il paese stesso è stato fondato, anche se la parola fine non è ancora stata scritta e bisogna fare, tutt’ora, i conti con le macerie che costui ci ha lasciato.