LE MIE ROSE A SANREMO

DI ANTONELLA PAVASILI

 

Sedute sul divano scrutano ogni dettaglio delle immagini che ci rimanda la tv.
Riconoscono l’ingresso dell’Ariston, il Casinò, le strade adiacenti.
Perché loro a Sanremo ci sono state e quindi si sentono ancora più partecipi ad un evento che per quelli della loro generazione è molto, infinitamente di più di chi è abituato ai tempi veloci, alle feste continue, al benessere.

Per loro Sanremo è l’emozione della sigla che annuncia l’Eurovisione, è il piacere di commentare gli abiti, gli ospiti, i fiori e scegliere la loro canzone.
Per loro Sanremo è il ricordo della loro giovinezza, di quando lo ascoltavano alla radio, della prima volta che lo hanno visto nell’enorme televisione in bianco e nero nel salone dell’oratorio e di quando, finalmente, lo hanno visto a colori.

Per le mie Rose Sanremo è la canzone romantica che canticchiavano con i loro fidanzati.
È Domenico Modugno, Nilla Pizzi, Luigi Tenco (chi mischineddu s’ammazzò propriu a Sanremo), Gianni Morandi, I ricchi e poveri.
È Pippo Baudo, che pareva uno di casa che quasi quasi volevi offrirgli il caffè.
È Mike Bongiorno, che gli hanno anche fatto il monumento e loro si sono fatti la foto.

È tutto questo e anche di più.
È famiglia soprattutto.
Tutti riuniti nell’unica sera in cui prima lo trasmettevano, al sabato.
La focaccia impastata a mano pronta da mettere in tavolo, la torta degli angeli, la tv accesa e tutti pronti ad aspettare la sigla dell’Eurovisione.
Ogni anno sempre di più.
E poi gli anni in cui mancava qualcuno.

E allora lo guardiamo anche per chi non c’è più.
Per riassaporare quell’atmosfera, tutti insieme.
L’ultima sera soprattutto.
Lo vedremo insieme.
La focaccia in forno, la torta degli angeli e Sanremo.
Le mie Rose sono pronte.

E anche io, e anche molti di voi…ne sono certa.