MATTARELLA, CONFERMATO PRESIDENTE, DIA CIO’ CHE DEVE AL SUO SUD

DI RAFFAELE VESCERA

 

Vince con larga maggioranza di 759 voti, il presidente uscente Mattarella, secondo solo al grande Pertini.
L’accordo tra i partiti di governo, incapaci di trovare un degno successore al presidente uscente, dopo le improponibili proposte di candidati impresentabili, è infine giunto a termine, anche per il timore di una probabile caduta del governo Draghi con la conseguenza di indesiderate elezioni anticipate che avrebbero mandato a casa buona parte dei parlamentari. Presumibilmente, durerà in carica non sette anni ma due, fino alla scadenza naturale della legislatura, rinviando al nuovo parlamento la nomina del suo successore, com’è stato per Napolitano.
A parte i voti di bandiera per Nordio del partito della Meloni, arroccata nella sua improponibile convinzione di eleggere un candidato del centrodestra, e altri semiseri voti dispersi, fa piacere che il gruppo di Alternativa abbia dato 36 voti a Nino Di Matteo, integerrimo giudice antimafia, che avrebbe ben meritato di essere eletto, alla pari di altre degne figure anche femminili, a garanzia di legalità dello Stato.
Al presidente Mattarella, siciliano il cui fratello è stato vittima di mafia, chiediamo di mantenere fede alla difesa della Costituzione. A partire dalla lotta alle mafie e dal far luce sui patti dello Stato con essa. Una Carta ritenuta la migliore al mondo, eppure, a 75 anni dalla sua promulgazione violata, ampiamente, a partire dall’articolo 3 che stabilisce la parità di diritti a tutti i cittadini. Parità di diritti inesistente per i 20 milioni di Meridionali, trattati da cittadini di serie B. cui sono negati i servizi essenziali dal lavoro ai trasporti, dalla salute all’istruzione, e quant’altro viene elargito in misura ben maggiore alle regioni del Nord.
Di più, al presidente chiediamo di fermare la scellerata legge sull’autonomia regionale differenziata, pretesa dalle regioni settentrionali, che renderebbe istituzionale le correnti discriminazioni operate da 161 anni a danno dei cittadini del Sud.
Al presidente chiediamo altresì di impedire il prospettato scippo al Mezzogiorno dei tanti miliardi del PNRR stanziati dall’Europa per porre fine alle disuguaglianze sociali e territoriali, ma nelle intenzioni del Partito Unico del Nord, che riunisce tutte le forze politiche nazionali, dirottati per altri fini.