MORATTI, PERA E NORDIO I CANDIDATI DI SALVINI E CO. PER IL COLLE? MA CI FACCIANO IL PIACERE…

DI RAFFAELE VESCERA

 

Salvini, in accordo con Meloni e Berlusconi, tira fuori dalla manica tre nomi, Letizia Moratti, Marcello Pera e Carlo Norbio, dal centrodestra definiti senza tessera di appartenenza ai partiti, nonché giudicati “nomi di qualità” da Enrico Letta, segretario del Pd, mentre Tajani si sbilancia nel dire che rappresentano il meglio del centrodestra e Conte afferma che il M5S li valuterà.
Intanto definirli non legati ai partiti è una colossale bugia, poiché La Moratti e Pera sono stati apertamente legati a Forza Italia, mentre Nordio, non potendolo fare da magistrato, ha lasciato pensare di sé in più occasioni.
Si fa peccato a ricordare che Letizia Moratti, berlusconiana doc, nel 2016 è stata condannata dalla Corte dei conti a versare, al Comune di Milano, poco meno di 600.000 euro per due voci di spesa: 11 incarichi dirigenziali esterni a non laureati per quasi 1,9 milioni, e retribuzioni ritenute troppo costose, più di 1 milione, di alcuni addetti stampa? E si fa peccato a ricordare la fallimentare conduzione della pandemia alla Regione Lombardia, conclusasi con la richiesta della Moratti, assessora alla Sanità, al super commissario Covid Arcuri di ripensare l’approvvigionamento delle dosi di vaccino anche in base “alla densità delle imprese”. Ovvero dare più vaccini al Nord e meno al Sud, così come il Partito unico del Nord fa in modo di dare al Sud sempre meno in tutto?
Si fa peccato a ricordare che Marcello Pera, senatore di Forza Italia, in occasione della condanna di Cesare Previti a 6 anni di reclusione per corruzione in atti giudiziari nell’ambito del processo IMI-SIR, propose di non processare le “alte cariche” dello Stato, tra cui lo stesso Berlusconi all’epoca indagato e poi condannato, se non a fine legislatura, così dando ai politici un lasciapassare a fare di tutto e di più?
E si fa peccato a ricordare che Carlo Nordio ex magistrato, candidato di bandiera della Meloni, intervenne nel caso dei migranti a bordo della nave Diciotti sostenendo che non avrebbe indagato il leader della Lega Matteo Salvini perché le sue decisioni rientravano nell’ambito della “discrezionalità politica”? E si fa peccato a ricordare che, rifacendosi alle dichiarazioni di Palamara, adombrò la possibilità che la magistratura fosse contro Salvini per partito preso? E si fa peccato a ricordare che in occasione della condanna di Berlusconi intervenne parlando di “anomalie” nella condanna al cavaliere di Arcore, criticando il presidente della Corte di Cassazione che si era permesso di rilasciare un’intervista dopo la condanna?
Non so a voi, a noi può bastare per dire che, se questo è il meglio, non c’è mai fine al peggio.
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