TRA QUIRINALE, DJOKOVIC E NO VAX, SI TRASCURA UNA REALTA’ CHE DOVREBBE PREOCCUPARE

DI GIANCARLO SELMI

 

Mentre la destra candida un pregiudicato alla Presidenza della Repubblica e non si parla d’altro che di Djokovic e dei no vax, succedono molte altre cose e pochissimi ne parlano.
Succede, infatti, che negli USA l’inflazione abbia raggiunto la cifra, mai vista prima, del 7%. E l’inflazione, in un mondo globalizzato, è come il virus: si propaga con velocità micidiale. Succede che le materie prime siano giunte a prezzi mai visti prima e che, nei prossimi mesi, pasta, pane, generi di primissima necessità, semilavorati e prodotti finiti, saranno venduti a prezzi insostenibili. Però, pare che a nessuno interessi.
La nostra (dis)informazione preferisce parlare d’altro e il governo preferisce occuparsi d’altro. Eppure la prospettiva è angosciante, ancora di più in un paese come il nostro, con un debito pubblico debordante e salari fra i più bassi, forse i più bassi, del primo mondo. E, mentre alcuni “fortunati” vecchietti, premiati dal governo del lucertolone con ben 4 euro al mese, sono costretti a mangiare alle mense della Caritas, ove disponibili, ed a rovistare nei cassonetti dell’immondizia, in Italia si sono aperte le scommesse, con bookmakers annessi, sul nome del prossimo presidente e si discute se sarà meglio impalare i no vax senza tortura preventiva, o se fosse meglio fare loro, preventivamente, lo stiramento delle ossa.
Ci sarà un forte aumento dei tassi d’interesse, abbiamo già avuto un’impennata dello spread che continua la corsa al rialzo. Questo vuol dire, cari amici, che una parte del Recovery Plan diventerà inutilizzabile, ovvero assorbito dagli effetti di quanto detto. Però non se ne deve parlare, pena la fustigazione. Non sarà mai che qualcuno cominci a pensare ch’era meglio Conte?
Con queste angosciose prospettive, la proposta dei 5 Stelle sul salario minimo continua a rimanere nel cassetto. C’è qualcuno disposto a spiegare ai “sapientoni” di Confindustria e compagnia cantante presso il governo, che se la gente non avesse i soldi per comprare, ipotesi molto ragionevole, i prodotti se li produrranno e poi compreranno loro stessi? Oppure possiamo sperare in qualche illuminazione?