DEVE ESSERE ANDATA COSI’, PIU’ O MENO

DI EMILIANO RUBBI

 

Salve, Sig.r D.
– ‘Ngiorno signor australiano.
Mi dica: lei sostiene di poter entrare in Australia perché ha avuto il Covid, testimoniato da un tampone del 16 dicembre, giusto?
– Esatto.
E perché il 17 se ne andava in giro in mezzo alla gente senza la mascherina?
– Eeeeeh… No, ma il 17 non sapevo di essere positivo.
Ma come? Non aveva fatto il tampone?
– Eeeeeh, no, è che ne avevo fatti due.
Due?
– Due.
Cioè?
– Uno antigenico, che aveva dato esito negativo, e uno molecolare, che mi ha fatto sapere di essere positivo il 18.
E come mai il 18, se sapeva di essere positivo, è andato a fare un’intervista? Non ha pensato che avrebbe potuto infettare altre persone?
– Eh, ha ragione, signor australiano, ho sbagliato e me ne pento moltissimo.
Moltissimo?
– Da morire, guardi. Non ci dormo da quando mi avete scoperto.
Ma che fa, ride?
– No, no, piango tra me e me.
Se ne pente come per il torneo organizzato a Belgrado che si è trasformato in un gigantesco Covid party?
– Esattamente. È stato un po’ come quella volta nel Getsemani: un momento di umana debolezza.
Eh?
– Niente, cose mie.
E come mai ha dichiarato di non aver viaggiato nei giorni precedenti al suo arrivo qui e invece risulta che sia andato in Spagna?
– Ma perché la Spagna vale come viaggio?
Eh, direi di sì.
– Ma la Spagna non sta in Serbia?
Eh? In Serb… No… Sta in Spagna…
– Assurdo, non si finisce mai di imparare…
E mi dica: come mai Der Spiegel, il settimanale tedesco, dice di aver controllato e risulterebbe che il tampone di cui parla sia stato fatto 10 giorni dopo e fosse negativo?
– Ma poi hanno controllato di nuovo e hanno visto che era positivo.
Già. All’inizio risultava negativo e, controllando un’ora dopo, si è tramutato improvvisamente in positivo. Misterioso, eh?
– Ma no, sono cose che succedono tutti i giorni. Sono i tedeschi che ce l’hanno ancora con la Serbia per la sconfitta per uno a zero ai mondiali del 2010 – gol di Jovanovic.
Dice, eh?
– In verità, in verità ti dico che è così.
Come?
– Niente, è un modo di dire che usiamo in famiglia.
Quindi il fatto che lei sia novax e si sia “ammalato di Covid”, diciamo, giusto in tempo per partecipare agli Australian Open è solo una “fortunata coincidenza”, giusto?
– Esatto, signor australiano.
Mi sta prendendo per il culo?
– Io ho donato un sacco di soldi all’ospedale di Bergamo, sa?
Ma che minchia c’entra, adesso?
– Lei ce l’ha con la Serbia.
Eh?
– Non si vergogna? Razzista!
Ma cosa c**zo c’entra la Serbia?
– Ma io la perdono, guardi: porgo l’altra guancia.
Ma cosa…
– Ok, ora mi lasci entrare che c’ho un grande slam da vincere. LIBERTÀ! LIBERTÀ!
Ma cosa sta dicendo?
– GIÙ – LE MANI – DAI BAM- BINI! GIÙ – LE MANI – DAI BAM-BINI!
I bambini? Eh?
– Lei è come Hitler!
No, guardi, sono pure ebreo.
– AAAAH, ORA SI CAPISCE TUTTO! Rotschild? Soros?
La smetta.
– Siete tutti uguali. Non rispettate chi la pensa diversamente.
Ma cos…Tutti chi?
– Mi scusi ma ora devo proprio andare, lei nel frattempo veda di curare la sua rabbia, il suo razzismo e la sua invidia.
Io? Ma lei non è quello che faceva colazione con Jolovic, uno che partecipò al massacro di Srebrenica, in cui furono massacrati 8000 bosniaci musulmani?
– Mi ricorderò di lei quando siederò alla destra del padre per giudicare i vivi e i morti. E il mio regno non avrà fine.
Dev’essere andata più o meno così.