LORENZO INSIGNE, “LACREME NAPULITANE”

DI VINCENZO G. PALIOTTI

 

 

Caro Lorenzo, capitano, quello che tanti di noi aficionados del Napoli non avremmo voluto sentire si sta materializzando. Il tuo contratto scade a giugno di quest’anno e pare non ci sia altra possibilità di rinnovarlo e tu stai prendendo la via del Canada, ovvero all’altro capo del mondo.

Anni fa scrissi a Gonzalo Higuain che, lasciando Napoli non sapeva a cosa andava incontro, mettendolo sull’avviso di quali cose gli sarebbero mancate lasciando Napoli. Purtroppo, più per lui che per il Napoli, non servì a molto e tutti sappiamo come è finita la sua storia.

Ci riprovo oggi con te, con poche speranze visto che tutti danno per certa la tua partenza per il Canada.

“Lacrime napulitane” recita una famosa canzone della nostra terra riferita a quanto sia duro lavorare lontano da Napoli, dal calore della sua gente, dal suo cuore. Parafrasando quei versi devo ricordarti quanto ti sarà duro giocare in stadi semideserti dove si riesce a sentire il respiro affannoso di chi corre da una parte all’altra del campo. E alla fine della gara? Sarà duro non poter correre verso la curva degli ultras alla fine di una gara vittoriosa. E ti verrà in mente, per contro, il frastuono festoso del Diego Armando Maradona prima, durante e dopo ogni gara, al di là del risultato.

Così come sarà duro rischiare di leggere l’elenco dei convocati per la maglia azzurra della nazionale, e non trovare più il tuo nome, si perché immancabilmente si dovrà fare i conti con la distanza tra Coverciano e il posto che hai scelto dove giocare, distanza più tecnica che kilometrica. Giovinco docet.

Ma ancora più duro sarà accettare di giocare in un campionato considerato “minore” rispetto a quello italiano e a quelli europei. Per il fatto che il calcio nella classifica degli sport più seguiti in Canada è al 4° se non al 5° posto, non a caso ritroverai qualche collega europeo ormai già da tempo sulla via del tramonto.

Io spero, per te, che tu abbia fatto bene i tuoi calcoli e che starai bene, diversamente comprenderai il senso di quella canzone napoletana che ho citato: “E ce ne costa lacreme st’America, a nuje napulitane, ppe nuje ca ce chiagnimm’o cielo e Napule, comm’è amaro stu ppane” (E ci costa lacrime quest’America a noi napoletani, per noi che rimpiangiamo il cielo di Napoli, quanto è amaro questo pane), con le dovute differenze di compenso, stiamo sempre parlando di milioni.