DUE BUONI MOTIVI PER FARE LA TERZA DOSE

Di PAOLO DI MIZIO

Caro Di Mizio,
Oltre l’80% degli italiani è vaccinato, eppure i contagi sono in continuo aumento. Ma allora a che serve il vaccino? E a che serve la terza dose?
Daria Lemma

Gentile lettrice,
la terza dose serve a rivitalizzare le difese organiche, che 5-6 mesi dopo la vaccinazione si abbassano (ma non cessano). I vaccini riducono drasticamente la malattia grave. Nelle ultime due settimane il numero dei non vaccinati nelle terapie intensive è cresciuto del 32%, mentre quello dei vaccinati è sceso del 33%. Ad oggi in nessun ospedale italiano le terapie intensive hanno vaccinati da meno di 5 mesi.

A novembre 2020, senza i vaccini, avevamo 800 morti al giorno; quest’anno 50. Secondo l’Istituto superiore di sanità, la protezione è al 91% per i vaccinati da meno di 6 mesi con due iniezioni, e all’81% per chi ha terminato il ciclo da oltre 6 mesi.

Per i ricoveri in terapia intensiva, il tasso dei vaccinati è 0,54 per 100mila persone, mentre per i non vaccinati è di 6,7, cioè 13 volte più alto. La possibilità di morire di Covid, dunque, è ridottissima per chi è vaccinato, e in genere si tratta di pazienti anziani con età media di 80 anni e altre malattie pregresse. I morti, oggi, sono quasi tutti non vaccinati.

Questa è la realtà. Non ascolti i No Vax, che vaneggiano di “sieri sperimentali”. La verità è che i vaccini anti Covid in uso in Europa sono i più sperimentati nella storia della medicina: ciascuno è stato testato su circa 40 mila volontari, contro i 3-4 mila degli altri vaccini, e le somministrazioni nel mondo sono state quasi 8 miliardi. Certo, a voler cavillare, manca ancora la sperimentazione… sui marziani.
Da “La Notizia”