L’ICONA BRUNO VESPA

DI GIANFRANCO MICALI
Ieri nel tardo pomeriggio su Rai uno è andato in onda l’evento-spettacolo “A riveder le stelle” dal Teatro La Scala di Milano in cui si sono esibiti, tanto per citare due protagonisti, Placido Domingo e Roberto Bolle. A presentare, in arrivo da Roma, Bruno Vespa.
Ecco, ogni volta che lo vedo in tv, mi domando perché sia così insostituibile. Cambia il corso della nostra esistenza, mutano le stagioni, ci privano via via di tanti grandissimi talenti, ma lui è sempre lì, come un Santo inamovibile, scelto per benedire le nostre banali e provvisorie esistenze e a rammentarci che persino il genio e l’inclinazione contano pochissimo.
Occorre invece sapersi inchinare nel modo giusto al potere dominante, come lui onestamente confessò tanti anni fa, e quindi diventa normale l’accluso risarcimento, cioè il bonus da icona sempre e comunque: a non danzare a Ballando con le stelle, a parlare del proprio libro da tempo immemore in ogni canale e trasmissione, ad essere scelto come intervistatore principe di ministri e finanzieri.
Infatti, una volta, anni fa, una giovane redattrice televisiva alle prime armi mi chiese se l’aiutavo a formulare le domande a un personaggio che sarebbe apparso in un programma, aggiungendo: “Mi raccomando: alla Bruno Vespa!”. Dovetti confessarle che non ero assolutamente all’altezza.