L’APPUNTAMENTO

DI LIDANO GRASSUCCI

 

 

Ma chi sta aspettando? Chi sta aspettando quell’uomo lì? Dio mio, la sua attesa è così presa che cela anche il capo per via di quel cappello bianco che non lo fa vedere. Il bastone lo regge come il telefono dovrebbe parlare, invece? Una neve sentimentale fa tutto bianco il guardare, lui attende nell’inverno una primavera?

Lui attende il disgelo? Verrà lei vestita di colore? Lui aspetta come se l’aspettasse per un appuntamento di cui non ci sono tracce. Poi ti accorgi che lui ha “maiolicato” questa attesa senza mai finire. Lei, lei, lei pensata inventata, creata, mille e mille volte e altrettanto andata via per strade colorate e lui rimasto bianco lì.

Ma verrà lo giuro, verrà, si vede il telefono farà un gran rumore e lei gli toglierà il cappello alzandosi la veletta. Ve lo giuro la colorerà tra mille grigi, lo chiamerà in un angolo di strada.

Perché? Perché gli appuntamenti in cui vai elegante e solo poi si faranno eleganti e condivisi. Lui si alzerà per farla accomodare e in francese le donerà la conversazione e lei di rimando la sensazione che era giusto, che si doveva aspettare. La luce dentro il lampadario farà carezze ardite….

Dicono capiti negli appuntamenti, capiti che lei venga anche se mica c’era un appuntamento, ma già c’era stato un sentimento.

Sergio Cerchi, L’appuntamento 1957

 

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