ROTONDI: “BERLUSCONI AL QUIRINALE? SAREBBE STRAORDINARIAMENTE SIMILE A PERTINI”

DI ANTONELLO SETTE

Onorevole Rotondi, lei è in politica da una vita. Ne ha visto, e ne ha scritto, di cotte e di crude. Mi risponda con la sua proverbiale sincerità. L’ascesa di Silvio Berlusconi al Quirinale è un’ipotesi concreta?
E’ un’ipotesi più che realistica. Io penso che ce la possa fare.
Ma come farebbe a ottenere i sessanta voti che, voto più, voto meno, gli mancano?
Guardi, se il centrodestra sarà compatto, potrà rivolgere un appello alla coscienza dei singoli parlamentari perché sia possibile, per la prima volta, costituzionalizzare il centrodestra, portando alla massima carica dello Stato un’autorevole figura proveniente dal suo schieramento. Se il centrodestra sceglierà il suo fondatore Silvio Berlusconi, sarebbe una scelta lineare, corretta e fuori da ogni sospetto di compravendita.
E l’opinione pubblica? E i nemici di Berlusconi? Non penso che resterebbero tutti a guardare…
Se il Parlamento sceglierà la strada di eleggere il Capo dello Stato a maggioranza, in una contrapposizione fra destra e sinistra, vinca il migliore e la parte soccombente riconosca il vincitore. Non vedo il problema. Lo schema, con cui si costruisce un Presidente della Repubblica, può essere quello di una convergenza iniziale oppure di uno scontro, a cui fa seguito un successivo riconoscimento.
Vorrebbe farmi credere che lei non teme manifestazioni di piazza e articoli infuocati della stampa, da sempre ostile a Berlusconi?
Ognuno dirà la sua. Una cosa è certa. Nel caso venisse eletto il competitore di Berlusconi, noi, stia tranquillo, lo riconosceremo con gioia e senza nessun imbarazzo. Se dovessero contrapporgli Romano Prodi e vincesse Prodi, sarà lui il nostro Presidente della Repubblica.
Che cosa significherebbe, al di là della costituzionalizzazione del centrodestra, Silvio Berlusconi al Quirinale, dopo tutto quello che gli è accaduto?
Sarebbe il superamento di una fase, in cui sono accadute le cose che sono accadute e che non erano altro che strumenti di lotta politica.
Potrebbe esserci, quindi, una sorta di pacificazione politica?
Potrebbero esserci una leale competizione e una pacificazione finale, chiunque vinca.
Silvio Berlusconi le sembra il profilo giusto? Come lo vede al Quirinale?
Lo vedo benissimo. Lo vedo come Pertini, che fu il primo a profetizzarne l’elezione a alla massima carica dello Stato. Quando ricevette Berlusconi al Quirinale per insignirlo dell’onorificenza di cavaliere del lavoro, gli disse: “Si guardi attorno dottore. Lei un giorno abiterà qui, al posto mio”.
Berlusconi, sarà, quindi, il nuovo Pertini?
Sì. Credo che sarebbe il Presidente più straordinariamente simile a Pertini.
Intervista di Antonello Sette (SprayNews)