CARA EUROPA

DI ANTONELLA PAVASILI

 

Molto inclusivamente ti dico…MA FINITELA!
Sono così inclusiva che non escludo nessuna delle elaboratissime menti capaci di concepire una simile aberrazione.

Cara Europa, io sono italiana e, ancora prima, sono siciliana.
Qui da me si celebrano il Santo NATALE, la PASQUA e, pensa un po’, abbiamo persino l’abitudine di fare gli auguri per l’onomastico.

Qui da me viene riconosciuto un ruolo di massimo rispetto al padrino o e alla madrina di battesimo.
Li chiamiamo “compari di San Giovanni” (un altro Santo, abbiate pazienza) e si rispettano per sette generazioni.

Qui da me una persona di sesso femminile viene chiamata SIGNORA o, addirittura, SIGNORINA (se non è sposata) e una persona di sesso maschile viene chiamata SIGNORE.
I nomi più diffusi sono quelli della cultura cattolica.
Giuseppe, Maria, Salvatore, Giovanni, Antonio, Francesco, Caterina.
Provate a pronunciarli…sentirete che musica!

Qui da me più che all’albero di Natale teniamo al presepe!
Sì, si…il presepe.
Quello con Giuseppe, Maria e il bambinello.
Che lo guardi e ti si scioglie il cuore.

E sappi, cara Europa, che qui da me continueremo a dirci BUON NATALE e a chiamare MARIA o GIUSEPPE i nostri bambini.
E se a te non piace ce ne faremo una ragione.
D’altra parte pensavamo che fossero altre le tue prerogative.
Tipo salute, povertà, lavoro, inclusivitá (vera), uguaglianza, giustizia.
Ci siamo sbagliati.

Ma giú le mani dal nostro Natale, dai nostri nomi, dalla nostra cultura, dalle nostre radici cristiane, please!
Con (poco) rispetto

Antonella

se posso, ovviamente.
Perché Antonella viene da Antonio, il nome, guarda caso, di un grande Santo.
E me lo tengo stretto.