QUANDO L’ITALIA TORNA AD ESSERE UMANA

DI LEONARDO CECCHI

Lui è Johnny, clochard italiano di Milano. 31 anni, rimasto senza genitori, senza un’abitazione e senza un lavoro dopo occupazioni interinali, per lo più come muratore.

Johnny, è protagonista di una storia bellissima che fa riflettere. Dove la protagonista assoluta è la solidarietà e i suoi sorprendenti effetti contagiosi.

In una situazione difficile, costretto ad elemosinare davanti ad un distributore in zona Darsena, viene aiutato in primis da venditori di rose e rider, ognuno secondo le proprie disponibilità. Quelle poche monete gli permettono di sopravvivere e di mangiare il minimo indispensabile per vivere.

Che la vicinanza umana sia provenuta da lavoratori umili e spesso in difficoltà economica, è un inno alla speranza, un fatto su cui dovremmo riflettere tutti.

Il Corriere della Sera viene a conoscenza di questa storia e pubblica un’intervista al ragazzo.
L’onda di solidarietà tra i lettori del giornale è davvero imprevista: persone da tutta Italia aderiscono a una campagna di sostegno e raccolta fondi, confluita nel progetto curato dalla Fondazione “Casa dello spirito e delle arti”.

Johnny alla fine riceve notti in hotel per tornare a farsi una doccia e dormire al caldo.

Arrivano le cose indispensabili per riprendere a vivere con dignità: scarpe, calze, pantaloni, maglioni, giubbotti, cappelli, canottiere, mutande, saponi, shampoo, deodoranti sempre donati; e insomma — sono virgolettati suoi —, tutti i mezzi per ridiventare presentabile e cercare un posto di lavoro. E quel posto potrebbe essere vicino.

Grazie alla campagna solidale, infatti, sono giunte proposte di lavoro già dal Pavese come dalla Toscana.

Una seconda opportunità per Johnny, partita dall’aiuto di chi tra sofferenze e difficoltà non si scorda comunque di chi sta peggio e dal circolo virtuoso di solidarietà che si è venuto a creare.

In bocca al lupo Johnny, buona vita. E viva l’Italia che tende la mano, sempre.