IL FASCISMO A MEZZA BOCCA DI SALVINI E MELONI

DI GIAFRANCO MICALI

Leggo sul dizionario il significato di “matrice” e trovo: “agglomerato di cellule che costituisce il punto di origine di un tessuto”.

Una parola usata sia dalla Meloni che da Salvini per rivendicare l’estraneità alle violenze fasciste di sabato. Entrambi a dire che va cercata la “matrice”, parola adusata soprattutto riguardo alla schedina del Totocalcio, ma assolutamente desueta, quasi arcaica nella vita di tutti i giorni.

Ho letto da qualche parte, e non so se sia vero, che anche Mussolini la usò nei giorni successivi al delitto Matteotti. Ma non mi voglio “impiccare” a un vocabolo. Il problema è un altro. Quando si rigira troppo la frittata, è facile pensare male, cercare appunto la “matrice”. Chi è in perfetta buonafede dovrebbe semplicemente dire: ”Condanno il fascismo”. Come fece Fini, senza invocare la contemporanea riprovazione di qualche altro “ismo”, senza voler visionare cento ore di filmati, senza dire che i problemi sono altri.

Ma quei voti, contesi dai due leader di destra, fanno molto comodo e quindi non possono essere sconfessati con troppa foga.