LA SECONDA SCELTA

 

DI CLAUDIO KHALED SER

Ho dovuto fare i conti con le “seconde scelte”……..

Tutto quello che volevo, si scontrava con l’impossibilità d’ottenerlo, un muro di ostinati silenzi, di regole mai scritte ma dettate solo all’arroganza di un piccolo potere esercitato sulla pelle degli altri.

E gli altri erano lì, sdraiati su lerci materassini di gomma, seduti per terra, a guardare il nulla davanti, a pensare come riempire il vuoto di una vita che si consumava nell’attesa di un “qualcosa” che non arrivava mai.

Si dice che “domani é un altro giorno” ma se é uguale all’altro, doloroso come l’altro, inutile come l’altro, che senso ha il domani ?

Non restava che provarci, cercando di non arrendersi all’evidente inutilità degli sforzi e cercare di non vedere la Speranza camminare zoppa e ferita tra le baracche, anche Lei con lo sguardo dolorosamente vuoto e perso.

Questo lungo viaggio tra i disperati si é concluso.

Sono ritornato tra quelle mura che noi chiamiamo “casa”, tra le nostre cose di tutti i giorni, i riti e le abitudini del vivere di ogni giorno;
E’ la mia “seconda scelta”.
La prima resta tra le tende, in mezzo a chi non ha nessuna scelta.

Ho lasciato Persone con la vita a pezzi che vivono tra i frammenti di un’esistenza che spesso rinnegano, chiedendosi perché a loro é stato riservato questo destino.

E non hanno risposte.
Ed io non ho risposte.

Ho solo la seconda scelta, quella di aiutarli sapendo che il mio misero aiuto é nulla, che non posso dare a loro nessuna certezza. Nessuna prima scelta.

Penso a quelli che questa scelta ce l’hanno in tasca, che possono spenderla. Penso alla gente dei Paesi Belli che si lamentano del tanto che hanno giudicandolo poco, che s’arrampicano sempre più in alto sulla cima del benessere, che non hanno dubbi nel scegliere tutte le prime scelte per rendere migliore la loro vita. Eppure si lamentano perché vorrebbero scelte ancora migliori, in un crescendo di smodata vanità e mai li sfiora “l’accontentarsi” il godere di quello che hanno, ritenendolo sempre poco rispetto al desiderio d’ottenere di più.

A noi basterebbero le briciole, gli scarti e i rifiuti di tanto “benessere”.

Ci basterebbe anche solo una piccola speranza, una di quelle usate e rifiutate, una di quelle banali che non vi servono più.
Ci basterebbero non solo le vostre seconde scelte, ma anche le terze o le quarte, ci accontenteremmo pure delle quinte.

Se avete qualche sogno dismesso, un sorriso buttato in un angolo o anche soltanto un’ora serena di cui non sapete che farne, mandatecela……
Abbiamo bisogno anche di quella.