ABOLIAMO IL COMUNE (COSI’ COME LO CONOSCIAMO)

DI LUCA BAGATIN

Dal 1993 il Sindaco viene eletto direttamente dai cittadini.

Apparentemente, ciò, potrebbe avvicinare gli eletti agli elettori, ma… è davvero così?

Dal 1993, assistiamo, da sempre e imperterriti, al solito balletto dei politici, al loro voler imporre idee nazionali a livello locale, oppure al voler ad ogni costo “lasciare il segno” nelle città che governano o andranno a governare, oppure ancora accordarsi sottobanco con le opposizioni per interessi di varia natura. Ma…

Ma, i cittadini?

Spesso si limitano a votare, ma vengono esclusi da ogni progetto. Però subiscono le decisioni politiche altrui.

I Sindaci, i loro Assessori e i loro Consiglieri hanno i loro pomposi programmi, le loro “opere di pubblica utilità” (realizzate però con i soldi della collettività), ma senza che i cittadini, in particolare i residenti delle zone nelle quali dette “opere” andranno a ricadere, possano dire la loro e promuovere il loro punto di vista. Prendendo DIRETTAMENTE parte alle decisioni che li riguardano.

Perché, quindi, non pensare di sovvertire le regole di questo gioco?

Perché non pensare di rendere la cittadinanza, finalmente, attiva e – in quanto comuntà – parte integrante delle decisioni amministrative?

Da tempo esiste, in alcune realtà locali italiane e non solo, il progetto del bilancio partecipativo. Ovvero una forma di partecipazione diretta della cittadinanza, consistente nell’assegnare una quota di bilancio dell’Ente locale, alla gestione diretta dei cittadini, i quali vengono in tal modo messi in grado di interagire e dialogare con le scelte delle Amministrazioni, al fine di modificarle a proprio beneficio.

Perché non introdurre, tale concetto, in tutti i Comuni italiani?

Di più: perché non proporre assemblee cittadine aperte, con potere decisionale e il cui potere decisionale, sia vincolante per Consiglieri, Sindaco e Assessori?

L’unico modo per rendere le città delle autentiche AGORA’ DEMOCRATICHE.

Delle piazze ove i cittadini possano dialogare e contribuire attivamente alla comunità. Non dovendo più subire decisioni politiche dall’alto da parte di “eletti” pagati dalla collettività, ma che dalla collettività sono, nei fatti, completamente slegati.

Ricordiamoci che democrazia significa che è il popolo che decide direttamente il suo presente e futuro, non dei delegati – pagati dalla collettività, peraltro – che gestiscono il potere.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it