IL DILEMMA TALEBANO

DI CLAUDIO KHALED SER

La strage di Kabul é solo il primo atto di una guerra feroce che seminerà panico, anzi terrore, e morti sul suolo afghano.
E forse non solo lì.

La presa del potere da parte dei Talebani, contribuirà a fomentare la spirale del terrore da parte di gruppi che, seppure con molte differenze, condividono la matrice ideologica dei Talebani stessi.

Mi riferisco in particolare all’ ISIS e Al QAIDA che con i TALEBANI, riporteranno il Paese là dove l’avevano lasciato vent’anni fa.
Seppure la strategia sia molto diversa, la tolleranza Talebana verso questi “fratelli di guerra” consentirà al terrorismo di creare nel Paese e fuori da esso, una escalation del terrore che si é vanamente cercato di eliminare nel corso di questa ventennale guerra d’occupazione.

ISIS
Gli uomini delle bandiere nere non sono che poche centinaia.
Ma la follia che li pervade centuplica la loro forza.
Non esitano ad immolarsi per la causa, diventando quindi essi stessi armi il cui controllo é molto difficile.
Ma mentre i Talebani dirigono le loro azioni contro le forze d’occupazione e rifiutano qualsiasi atto terroristico contro la popolazione, i soldati dell’ISIS ritengono che chiunque non lotti con loro, sia un nemico, Popolo compreso.
I rapporti quindi con gli “Studenti Coranici” sono difficili e inconciliabili.
L’ISIS rappresenta in fondo oggi il maggior ostacolo alla “normalizzazione” del Paese che i Talebani vogliono conseguire.
E i rapporti tra il “nuovo Afghanistan” ed il Mondo Occidentale non può non tener conto di questa connivenza più subita che voluta.

AL QAIDA
Anche qui, i seguaci del defunto Bin Laden, sono “politicamente” diversi dai talebani.
Il loro chiodo fisso é l’Occidente che vorrebbero distruggere per instaurare un Califfato Mondiale.
Per farlo ricorrono al terrore delle bombe e delle stragi.
E anche in questo caso si differenziano non poco dalla visione politica dei Talebani.

Quindi, mentre i Talebani mettono al centro del loro progetto l’Afghanistan, sia l’ISIS che AL QAIDA rivolgono la loro attenzione all’esterno del Paese.

A questo punto i Talebani che, sia chiaro, restano un gruppo di folli invasati, devono scegliere da che parte stare.
Continuare a proteggere il terrorismo dei due rischiando l’isolamento internazionale, Cina compresa, o isolare i “fanatici più di loro” per ottenere la non belligeranza dei Paesi Occidentali ?

L’attentato all’aeroporto di Kabul li ha messi davanti al dilemma.
Mentre alcuni esponenti Talebani lo hanno bollato come “raccapricciante e mostruoso” altri hanno preferito il silenzio.
Le due anime talebane stanno già scontrandosi ed é solo il primo passo.

Ma sia chiaro che da soli i Talebani non potranno farcela.
E altrettanto chiaro che i Paesi Occidentali non possono entrare, ufficialmente, in questa guerra interna.

Sarà compito degli “outsider” gruppi addestrati all’antiterrorismo.
Più o meno gli stessi che hanno spiato, inseguito ed ucciso Bin Laden.
Dagli schermi di Hollywood alle montagne di Kabul.
Ma non é cinema, é realtà.

E questi commandos dovranno avvalersi del “non vedo e non sento” Talebano per muoversi sul territorio.
In cambio riceveranno il silenzio occidentale sui Diritti Rubati, sulle Donne Schiave e sulla presunta Legge Coranica che da oggi é in vigore in uno dei posti più malridotti del Mondo.