NON FATE POLITICA, VI ROVINERETE: LA BASTEVOLEZZA DELL’ACCUSA ED E’ MEGLIO IL PADEL

DI LIDANO GRASSUCCI

Leggo le cronache di questi giorni, di questi tempi in questo tempo. Metto insieme fatti e fattacci e capisco che “fare politica fa male”. Appena qualcuno, uno, si propone anche in ipotesi scattano mille distinguo, mille errori fatti da quando il trisnonno è venuto al mondo, inchieste giudiziarie, inchieste giornalistiche, inchieste del vicinato, inchieste della parrocchia, curiosità delle suore e… tutti sono autorizzati ad inveire.

“Ma un bravo poliziotto che sa fare il mio mestiere
Sa che ogni uomo ha un vizio che lo farà cadere”

Francesco De Gregori, “Il bandito e il campione”

Chi si candida passa dalla “presunzione di innocenza” prevista per i cittadini dalla Costituzione alla “certezza della colpa” anche in pettegolezzo

Si passa

da:

“La responsabilità penale è personale.
L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla
rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte”.

Articolo 27 della Costituzione della Repubblica Italiana;

a:

“Solo colpevoli non ancora scoperti”.

Percamillo Davigo

Quindi chi fa politica si autoesclude dalla garanzie, dall’essere “umano” e diventa cattivo per definizione, disumano, sputtanabile senza margine di errore, inibito al diritto di difesa sostituito dalla bastevolezza dell’accusa.

La Santa inquisizione spagnola rispetto a quello che vediamo è un tribunale ipergarantista. E anche a sentenza definitiva di assoluzione resta il diritto di citare non la conclusione assolutiva ma il “sospetto” accusatorio come unico definitivo.

Siamo passati dall’”habeas corpus” alla “lapidazione dell’anima”.

Poi ci si meraviglia che non si trovano candidati.  Come se gli Inca si lamentassero di non trovare volontari per i sacrifici umani.

Pe il vostro bene: giocate a padel e lasciate perde la politica.

Per salvare Abele bisogna difendere Caino, altrimenti non è Giustizia ma vendetta, rabbia sociale. Non assolvo alcuno, ma spero che tutti siamo innocenti e registro le accuse ma attendo sempre le difese

” PRO MEMORIA A MIA MEMORIA IL CASO DI SIMONE UGGETTI (per tacer di Enzo Tortora)”

Lo scorso 25 maggio la Corte d’Appello di Milano ha assolto l’ex sindaco di Lodi Simone Uggetti dall’accusa di turbativa d’asta, a cinque anni dal suo arresto nel maggio del 2016, con una sentenza molto chiara («il fatto non sussiste») che ha ribaltato completamente la sentenza di primo grado, a seguito della quale Uggetti era stato condannato a 10 mesi di reclusione e 300 euro di multa.

L’arresto di Uggetti fu un evento molto mediatico: fu prelevato dalla Guardia di finanza dalla sua abitazione, e fu portato dapprima nel suo ufficio in Comune, scortato da molti agenti e alla vista di passanti e giornalisti, e poi nel carcere di San Vittore. Il sindaco rimase in carcere per dieci giorni: il 13 giugno 2016 la giudice per le indagini preliminari (GIP) Isabella Ciriaco revocò la misura di custodia in carcere e dispose gli arresti domiciliari; 25 giorni dopo, l’8 giugno, fu rimesso definitivamente in libertà, in attesa di giudizio. Il primo agosto diede le sue dimissioni ufficiali da sindaco.

Furono molto vistose e sensazionalistiche anche le reazioni politiche: sia il Movimento 5 Stelle, con Di Maio, sia la Lega, con Roberto Calderoli, organizzarono manifestazioni a Lodi, con toni giustizialisti.