IL LAVORO IN NERO, MALPAGATO, SENZA TUTELE NON PUO’ CONSIDERARSI LAVORO

DI LEONARDO CECCHI

In tutta Italia mancano camerieri, baristi, personale tuttofare, cuochi e tante altre attività manuali.

In Romagna, dove ho mille amici che hanno attività, tutti, e sottolineo TUTTI, cercano personale!!!

Eppure tutti si lamentano che il lavoro non c’è. Io mi interrogo e chiedo anche a voi: da quando abbiamo accettato di sostituire la dignità di un lavoro, di uno qualsiasi, con l’arrendevolezza di un sussidio?”.

Un affermato imprenditore del web e (testuale) “Soft Skills Trainer” ha scritto questo post sui social. Tanti lo hanno condiviso.

Tantissimi, anche senza vederlo, pensano la stessa cosa.

A questi tanti, vorrei allora dire che il lavoro, se al nero, se pagato 3 o 4 euro l’ora, se privo di tutele, se totalmente instabile, non è lavoro: è sfruttamento dell’essere umano. E chi “offre” queste condizioni non sta cercando “personale”: cerca disperati (e non è una colpa esserlo) pronti a ridursi in condizioni di semi-schiavitù.

Per questo l’affermazione “il lavoro c’è” è falsa. Perché questo non va considerato lavoro. Farlo, accettare di parlarne in quei termini, significa tornare indietro di quarant’anni. Significa accettare la sconfitta.

E non è questo quello che possiamo permetterci, né ora né mai.