NON SO SE AVETE MAI CONOSCIUTO UN PALESTINESE PROVENIENTE DA GAZA

EMILIANO RUBBI

Non so se avete mai conosciuto un palestinese proveniente da Gaza.

Se vi è capitato, avrete di sicuro notato che ognuno di loro ha il racconto di un padre, una madre, un fratello, un figlio, ucciso da un missile o da una pallottola israeliana.
Tutti.

E la cosa che ti stupisce, quando discuti di questo con i palestinesi di Gaza, è che ne parlano come se fosse del tutto normale.
“Mio fratello stava a casa, a cena con la sua famiglia, e a un certo punto bum. Un missile li ha uccisi tutti. Pensavano che fosse un covo di terroristi”.
Così, come se fosse la pura e semplice normalità.
Perché per loro lo è.

Come è perfettamente normale, per un qualsiasi palestinese, avere un passaporto che non serve a nulla, perché non è riconosciuto da nessuno, o essere terrorizzati dal fatto che gli israeliani vengano a prelevarti a casa per un motivo qualsiasi.
Le ronde di soldati israeliani sono la prassi, in molte zone della Palestina.

Da anni, in Israele è in atto una vera e propria pulizia etnica.
Intere famiglie vengono sfrattate dalle loro abitazioni nei quartieri storici di Gerusalemme per far posto ad altrettanti “nuovi residenti” ebrei israeliani.

Solo negli ultimi tre anni, i palestinesi morti o feriti dalle armi israeliane sono circa 50.000, gli israeliani uccisi o feriti dai palestinesi sono 324.

E da noi, l’intero arco parlamentare, dalla destra alla “sinistra” (so che fa abbastanza ridere chiamarla così, ma è per capirci), cosa fa?
Va a manifestare in piazza a sostegno di Israele e contro “la violenza dei palestinesi”.
Che se lo fanno Salvini o Meloni è perfettamente normale, se lo fa il segretario di quello che una volta era il partito di Berlinguer, invece, direi che magari c’è giusto qualcosina che non va.
E forse è giunta l’ora che iniziate a rendervene conto.

Ah, prima che qualche fenomeno da baraccone intervenga dandomi dell’antisemita (cosa che, francamente, riferita a me fa veramente ridere), visto che a quanto pare in molti hanno difficoltà a distinguere l’ebraismo dal sionismo, rispondo proprio con le parole di Enrico Berlinguer: “Sono ostile all’antisemitismo come a qualsiasi altra forma di odio razziale: compreso quello di cui appaiono pervasi gli attuali governanti di Israele”.