PEPPINO IMPASTATO, UNA VOCE ANCORA VIVA CHE ANCORA CI PARLA

DI SEBASTIANO ARDITA

Ricorre il 43° anniversario della morte di Peppino Impastato, l’interprete-simbolo di una antimafia che nasce dalla voglia di ribellione e di affermazione della libertà dell’uomo.

Peppino fu assassinato per il suo impegno contro la mafia e la vera ragione della sua morte fu coperta dal depistaggio e dalla calunnia. Volevano farlo passare per un terrorista, mentre era un eroe.

Per capire quanto grande fu il suo amore di Giustizia basterà ricordare che “il padre Luigi era stato inviato al confino durante il periodo fascista, lo zio e altri parenti erano mafiosi e il cognato del padre, Cesare Manzella, era il capomafia del paese, ucciso nel 1963 in un attentato con una Alfa Romeo Giulietta imbottita di tritolo.”

Peppino, esempio straordinario di coraggio di onestà e di pulizia, si oppose al padre e trovò il sostegno della madre. Poi sfidò apertamente il boss Gaetano Badalamenti.

Oggi è una voce che grida ai ragazzi delle periferie, ai poveri arruolati senza speranza nella fila di cosa nostra, ai figli degli stessi mafiosi ai quali la società-bene dovrebbe dedicare impegno, tempo e attenzione.