YLENIA, UCCISA E POI DATA ALLE FIAMME

DI PATRIZIA CADAU

Ylenia Lombardo, aveva 33 anni.
L’hanno uccisa ieri sera, a Napoli.
L’hanno malmenata, seviziata, e poi le hanno dato fuoco.
È già stato fermato un uomo: un uomo che certamente, come da copione, la donna conosceva, un qualche tipo di uomo apparentemente normale che sotto sotto nasconde la mostruosità.

Ylenia è morta quindi di violenza, ma di una violenza precisa: quella di uomini che odiano le donne, che sono integrati in un sistema che educa gli uomini ad odiare le donne e a pretenderle remissive, assecondanti, subalterne.

È davvero inutile appellarsi al giustizialismo e alle pene. Serve cultura, intanto. Serve lavorare su ogni singolo pregiudizio culturale che intorpidisce le coscienze al punto da farci percepire tutto questo come una cosa normale.

In Italia, poi, abbiamo bisogno della piena attuazione della convenzione di Istanbul, subito, a partire da adesso, perché è l’unico strumento guida culturale e giuridico di contrasto alla violenza sulle donne.
Questa è priorità.

Ylenia è morta. L’ennesima donna che muore così. Domani avremo già dimenticato il suo nome per fare spazio ad un’altra.
Ma fino a quando?
Fino a quando sarete disponibili tutti a tollerare quest’abominio?