CAPOCULO E LA VITA ASTRATTA

Di LIDANO GRASSUCCI

Leggila al contrario. Come al contrario? Sì, cerca di vedere il mondo da un altro punto di vista, ribaltalo. Che vuoi dire, cominciare dal finire? No, no: cambiare la considerazione dell’inizio che la fine non è mai data.

Non capivo bene questa cosa, non riuscivo a leggere le cose se non per come apparivano e non capivo. Poi? Esiste sempre un “cambio”, una cosa che è diversa da come pare essere vera e scopri che quella verità è una grande bugia e il menzognero invece raccontava il vero, se mai c’è del vero in noi.

Mi raccontavano storie dove i torti erano torti e le ragioni ragioni, ma ho scoperto poi che le ragioni erano interessi e anche voraci e i torti bisogni mai appagati.

Mi dissero che per salire al cielo ci vuole pietà, ma erano spietati con chi non era come loro eguale nello loro mostruosità. Erano buoni con la bontà, ma cattivi con la diversità. Ed io ero diverso, avevo un altro verso che non seguiva la metrica, le leggi della “fisica”, la pietà mostrata.

Allora capii l’assunto da cui siamo partiti: era sbagliato accarezzare il micio per il verso del pelo, era giusto che il micio liberamente si strusciasse con me nel verso che decideva, anche se si arruffava il pelo. La mia estetica non era la sua felicità. Rispettare la felicità dell’altro fa la differenza. Mio nonno non dava ordini al suo mulo e lui lo riportava a casa sempre, ma se si imponeva si fermava per sempre.

Me lo insegnarono vecchi saggi anarchici di piano: capoculo (alla rovescia) devi vedere le cose e ho capito che non è l’abito che fa il monaco, ma è il monaco piò che fa l’abito bellissimo e se non ne ha è ancora meglio. La Fede non è l’abito dorato di chi predica il dritto, ma i dubbi di chi lacero si interroga sul torto.

Malfattori non erano quelli che facevano “male”, ma quelli che cambiavano il verso e ogni cosa diventava controverso, e non era fatta male, ma fatta differente.

Così per induzione, per maleducazione, per rivolta ho capito che tutto è capoculo e il forte non ha bisogno di forza perchè se ne ha non è quel che sembra e il debole non è senza speranza ma può vincere per perseveranza.

Contorto? Questa volta sì, perchè lo siamo con i nostri torti: contorti.

Nella foto: Kandiskij, primo acquerello astratto. Il pittore scopri questo nuovo linguaggio “leggendo” capovolto un suo quadro