LAURA BOLDRINI DOVE È FINITA LA COERENZA DELLA SINISTRA?

 

DI EMILIANO RUBBI

Sulla storia di Laura Boldrini non mi sembra che ci sia molto da dire.
Ho aspettato un po’ a parlarne perché volevo sentire anche la sua versione dei fatti.

E anche lei, in pratica, non ha smentito nulla di quanto affermato dalle due donne che l’accusano.

Ha parlato di “ritardi” dovuti al fatto che non riusciva a contattare il referente del CAF nel caso della collaboratrice domestica licenziata in tronco dopo otto anni perché si era rifiutata di lavorare anche il sabato (10 mesi di ritardo sulla liquidazione, manco stesse cercando di parlare con Joe Biden) e del fatto che lei “è una donna sola”, quindi era perfettamente normale mandare la sua collaboratrice parlamentare a pagare il sarto e a prenotarle il parrucchiere, pagandola con i fondi pubblici.

Quanto al fatto che abbia licenziato in tronco una donna che le aveva chiesto di lavorare in smart working a causa di un figlio malato, poi, era nel suo pieno diritto di farlo.

Quello che ne esce fuori è il ritratto di una ex sinistra ormai completamente e intimamente borghese, che si riempie la bocca di concetti come “tolleranza” e “solidarietà”, che si batte per gli asterischi alla fine delle parole ma che poi, nei fatti, si comporta come la peggiore destra.

Quella sinistra che parla di migranti ma che non è in grado di percepire la sofferenza di chi ha vicino.

La “mia” sinistra, quella che vorrei, si fonda sui diritti civili e i diritti sociali.
Se togli i primi dall’equazione diventi uguale alla destra sociale, se dimentichi i secondi, diventi Renzi.

Ecco, la ex sinistra parlamentare attuale pare ormai essersi completamente “renzizzata”.
Ma in maniera intima, irreversibile.

E non mi stupisce che Laura Boldrini, di fronte alle accuse che le sono state mosse, parli di una “campagna d’odio contro di lei” dovuta al fatto che “parte della società non digerisce le donne assertive”, perché buttarla sul maschilismo è, probabilmente, l’unica cosa che le è rimasta per giustificarsi.

Il problema è che l’articolo che ha scoperchiato tutto questo l’ha scritto Selvaggia Lucarelli (Il Fatto Quotidiano, 23 Marzo 2021).
Che è una donna, e pure piuttosto “assertiva”, per utilizzare un termine boldriniano.

Di fronte a certe questioni, anche senza nessuna rilevanza legale, dovrebbe prevalere la “questione morale” di berlingueriana memoria e farsi da parte. Oppure solcare mari dove questo genere di “scrupoli” sono considerati sorpassati, chiedere a Renzi che con la sua Italia Viva su quei mari ci naviga a “vele spiegate”.