A UN ANNO DALLA MORTE DI EDUARD LIMONOV

DI LUCA BAGATIN

Un anno fa, il 17 marzo 2020, ci lasciava Eduard Veniaminovich Savenko, per tutti Eduard Limonov, scrittore e leader politico russo di fama internazionale.

A comunicarlo per primo fu lo scrittore e deputato comunista Serghej Shargunov, su Telegram.

Classe 1943, Limonov, il 15 marzo 2016, aveva già subìto un intervento chirurgico al cervello, con l’estrazione di un enorme ematoma, apparso misteriosamente fra i due emisferi del cervello e già allora rischiò la vita. Egli evocò l’ipotesi di essere stato avvelenato, ma non ebbe modo di dimostrarlo con prove concrete.

Eduard Limonov, la cui rocambolesca vita fu raccontata da Emmanuel Carrère nel suo romanzo “Limonov”, del 2011, aveva all’attivo oltre 60 libri. Prevalentemente romanzi a sfondo autobiografico.

Dissidente integrale, negli Anni ’70 si fece volutamente espellere dall’URSS per approdare negli USA, ove vivrà di scrittura e di umilissimi lavori, assieme alla moglie dell’epoca, Elena Schapova.

Fu autodidatta, sarto, ex teppista e, per un periodo, visse da senzatetto.

Visse a Parigi negli Anni ’80 e successivamente, negli Anni ’90, partecipò alla guerra civile nell’ex Jugoslavia a sostegno della Repubblica Federale di Jugoslavia e alla guerra di Transnistria a sostegno della Repubblica Socialista Sovietica Moldava di Pridnestrovie. Successivamente, tornato in Russia, prese parte alla resistenza popolare in difesa del Parlamento russo, fatto bombardare da Eltsin.

Nel 1992 collaborò con il nazionalista di centro Vladimir Zirinovskij, leader del Partito LiberalDemocratico di Russia, ricevendo la nomina a “Ministro della Sicurezza” del governo ombra creato dallo stesso Zirinovskij, ma presto ne prese le distanze.

L’anno successivo, invece, organizzò un gruppo di poveri, sbandati, emarginati, punk ed ex punk delusi dal crollo dell’Unione Sovietica e vittime dell’avvento dei liberalismo oligarchico.

Quel nucleo di “desperados”, nel 1993, prenderà il nome di Fronte Nazionale Boscevico e, nel 1994, di Partito Nazionalbolscevico (PNB) e sarà ispirato alle teorie eurasiatiste del filosofo Aleksandr Dugin e a quelle culturali e sociali della Nuova Destra di Alain De Benoist, ovvero un’unione fra un programma economico socialista autentico (superamento del capitalismo, giustizia sociale, lavoro collettivo, proprietà in comune) e una visione nazionale in politica interna, in grado di dare priorità alla comunità sull’economia e una maggiore centralità della Russia in Europa.

Limonov, Dugin, il cantante e chitarrista punk rock Egor Letov e il musicista e attore Sergey Kuryokhin, saranno dunque i maggiori animatori del PNB e del suo giornale controculturale “Limonka” (“Granata”) e riusciranno via via ad aggiudicarsi le simpatie dei nazionalisti e dei comunisti, delusi dall’avvento di Eltsin al potere e della conseguente distruzione economico-sociale della Russia in favore degli oligarchi e delle politiche globaliste e imperialiste degli USA e della NATO.

Il Partito NazionalBoslcevico sarà bandito in Russia, nel 2007, con l’infondata accusa di “estremismo”.

Nonostante il PNB sia stato dichiarato illegale nel 2007, militanti nazionalbolscevichi rimangono comunque attivi in ogni parte dell’ex URSS e dello spazio post-sovietico, come ad esempio in Ucraina a sostegno delle Repubbliche Popolari del Donbass, contro i nazionalisti ucraini.

Nel 2001, accusato di un inesistente traffico d’armi e di tentativo di colpo di stato in Kazakistan, Eduard Limonov sconterà ben due anni e mezzo di carcere.

Dopo una breve alleanza con i liberali di Kasparov e Kasyanov, Limonov e i suoi giovani militanti organizzeranno, nel 2010, il partito nazionalbolsceivco “L’Altra Russia” che, dopo la sua morte, ha assunto la denominazione “L’Altra Russia di Eduard Limonov”.

Ancora oggi partito di opposizione fra i più perseguitati in Russia, il partito di Limonov propone – fra le altre cose – una forma di socialismo popolare; il rispetto dell’articolo 31 della Costituzione che sancisce la libertà di riunione e manifestazione; la fine dell’autoritarismo del partito liberal-conservatore di Putin; la maggiore età ai 14 enni e la ricostituzione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche guidate dalla Russia.

Luca Bagatin

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