LONDRA, PUNITE PERCHÉ MANIFESTAVANO CONTRO LA VIOLENZA

DI REDAZIONE

Nella democraticissina Londra è successo che una ragazza di 33 anni, i primi di marzo, è stata rapita e uccisa da un “bobby”, così li chiamano nel Regno Unito i poliziotti di Scotland Yard che tutelano l’ordine nelle strade inglesi protetti da un elmetto a bombetta e un manganello bianco fra le mani.
Tramite i social c’è stato un tam tam fra le donne inglesi per dar vita ad un memoriale di protesta contro la violenza femminile nel luogo dove la donna è stata vista l’ultima volta (il corpo ancora non si è trovato).
Scotland Yard ha negato l’autorizzazione per motivi di sicurezza nonostante le organizzatrici avessero assicurato il rispetto delle norme anti covid.
Ciononostante qualche centinaio di donne sono scese in piazza “armate” di candele accese e cartelli di denuncia.
I bobbies inglesi (forse con la coda di paglia?), le hanno disperse brutalmente a colpi di manganello ed alcune di loro sono state arrestate con metodi talmente violenti da sollevare un polverone nel governo, tanto che il Ministro degli Interni inglese ha chiesto ai vertici di Scotland Yard un rapporto dettagliato sullo svolgersi dell’intervento e sugli arresti effettuati.
Fermo che i tempi che stiamo vivendo impongono massimo rigore e rispetto delle regole, esiste un confine sottilissimo che divide un sacrosanto intervento di ordine pubblico da un abuso di potere. Ecco, ieri a Londra, questo confine è stato abbondantemente superato.
Dalla “democraticissima” Londra è tutto.

di Roberta Labonia