LA MATERNITÀ È UN VALORE NON UN DANNO DA RISARCIRE

DA REDAZIONE

Lara Lugli è una pallavolista che a marzo del 2019 resta incinta, lo comunica alla società e il contratto si risolve.

A distanza di due anni, ieri, Lara viene citata in giudizio dopo aver chiesto il suo ultimo stipendio, per il quale aveva regolarmente lavorato. Secondo la società, infatti, al momento della stipula del contratto la giocatrice che aveva ormai 38 anni avrebbe dovuto informare la società di un eventuale desiderio di gravidanza. Inoltre, la sua richiesta contrattuale era stata esorbitante in termini di mercato e la sua dipartita aveva compromesso il campionato.

E purtroppo quella che sembra una storia assurda e paradossale è una realtà molto simile a tante che vivono migliaia di donne ogni giorno. Donne il cui diritto a lavorare, ad avere una famiglia, ad essere libere di vivere la propria vita al pari degli uomini è costantemente limitato, punito, soggetto ad autorizzazioni.

E questo accade in Italia, nel 2021, proprio nella giornata internazionale dei diritti delle donne. È semplicemente inaccettabile. Una gravidanza non può essere un danno e non c’è proprio nulla da risarcire. Al contrario, la maternità ha un valore sociale da riconoscere, tutelare e preservare.

Valeria Valente