IL GENERALE E LA GUERRA DEI VACCINI

DI ANTONELLA PAVASILI

Io due domande me le faccio.

In Russia stanno a posto, hanno lo Sputnik.
In Cina, per quel poco che trapela, anche meglio; la loro economia galoppa e le restrizioni sono un lontano ricordo.
Nel Regno Unito somministrano vaccini a più non posso.
Istraele é praticamente interamente vaccinata.
Cuba sembrerebbe offrire il vaccino persino ai turisti.
Gli Stati Uniti dell’acclamato Biden vaccinano di buona lena e, guarda caso, hanno aumentato il ritmo proprio quando la Pfizer ci ha candidamente comunicato che avrebbe ritardato la consegna all’Europa non rispettando i contratti.

E l’Europa?
Ferma al palo; con contegno certo, ma ferma al palo.
Praticamente una nobildonna decaduta.
Conserva lo charme, la cultura, l’autoreferenzialitá, ma è lì, accomodata sotto i suoi favolosi monumenti, col cappello in mano.
Un’Europa finalmente unita.
Nella disperazione, ma unita
Un’Europa dove i soldi della Merkel contano esattamente quanto i (pochi) nostri.
Niente.

Perché niente vale la nobildonna decaduta in questa guerra che stiamo combattendo.
La guerra dei vaccini, appunto.
E allora, diciamocelo.
Il problema sta tutto lì.
In quelle dorate stanze così poco autorevoli quando si tratta di roba seria.

E in Italia arriva il Generale Figliuolo.
Niente da dire, tanto di cappello.
La sua storia parla da sola.
Sono certa che organizzerà al meglio la campagna vaccinale.
Quando il vaccino lo avremo però.
Al momento abbiamo la guerra, abbiamo il Generale, ma ci mancano le armi.
E allora, diciamocelo.
Almeno tra di noi, diciamocelo.

“Generale dietro la collina
Ci sta la notte crucca e assassina…”