SHWAZER, CHI GLI RIDARÀ LA CARRIERA?

DI MARINO BARTOLETTI

La vicenda è talmente dolorosa da far pensare che non ci siano né vinti né vincitori, tanto è lo sgomento soprattutto umano che ha seminato. Ma se la parola “onore” ha ancora un senso nel mondo dello sport, stavolta – perlomeno – a qualcuno è stato restituito (anche se a un “peccatore”). E, al contrario di altri casi che vengono facilmente in mente, gli è stato restituito da vivo!
Provo a riassumere la vicenda in poche righe. Alex Schwazer magnifico trionfatore per l’Italia della 50 chilometri di marcia delle Olimpiadi di Pechino del 2008 (vittoria limpidissima e intoccabile, perché va ricordato la spietata tenacia – anche postuma – con cui tutti gli atleti non in regola vennero smascherati), mentre si accingeva a tentare il bis nei successivi Giochi di Londra, venne colto in flagrante da un controllo a sorpresa ed escluso da quei Giochi. Ammise, disperato e pentito, la sua colpa: ma invece di arrendersi o – peggio – di invocare errori e congiure intraprese un’inedita strada di redenzione, affidandosi a Sandro Donati, il tecnico che più di tutti ha combattuto il doping in vita sua (facendosi tantissimi nemici a livello nazionale e internazionale).
Assieme a lui (garante della sua purezza) si preparò per i Giochi di Rio del 2016: tornò a gareggiare in maniera convincente e si presentò di fatto alla partenza della competizione. Ma la Commissione Mondiale Antidoping, quasi “indispettita” da questo suo ardire, fece sapere che era risultato nuovamente positivo e che quindi non solo non poteva scendere in pista, ma veniva ancora squalificato (questa volta per otto anni – di fatto un ergastolo – a causa della sua presunta recidività). A fronte della sua disperazione molti godettero – anche in Italia, purtroppo – per questo provvedimento così severo ed “esemplare”. A nulla valse la sua proclamazione di totale innocenza: a nulla valse la parola di Donati, troppo poco “simpatico” al sistema per essere ascoltato. “Avete visto? Proprio lui che si proclamava onesto!” sentenziarono i farisei col dito puntato
Ebbene oggi il tribunale di Bolzano al quale Schwazer (e Donati) si sono rivolti, dopo aver invano bussato alle porte dello sport ha sentenziato quanto segue: “Si ritiene accertato con alto grado di credibilità razionale che i campioni di urina prelevati ad Alex Schwazer il primo gennaio 2016 siano stati ALTERATI allo scopo di farli risultare positivi, e dunque di ottenere la squalifica e il discredito dell’atleta, come pure del suo allenatore Sandro Donati”. E aggiunge: “Esistono forti evidenze del fatto che per inquinare la ricostruzione dei fatti siano stati commessi una serie di reati”.
Insomma la giustizia (?) sportiva pur di eliminare due figure a lei “antipatiche” ha barato e ha tradito la “legge” che lei stessa dovrebbe rappresentare. Dopata dal livore, dalla vigliaccheria e dalla disonestà! Tutto regolare?