CRISI GOVERNO: PASQUINO, SBOCCO PIU’ REALISTICO CONTE-TER CON GUALTIERI

DI CARLO PATRIGNANI

Lo sbocco più realistico alla crisi di governo sulla quale sta lavorando il Presidente della Camera, Roberto Fico, è senz’altro un Conte-ter: e spero con il Ministero dell’Economia ancora nelle mani del ministro Roberto Gualtieri per le sue indubbie qualità e la buona reputazione di cui gode nell’Unione Europea: sarebbe un gravissimo errore sostituirlo.
A parlare è Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza Politica all’Università di Bologna, Accademico dei Lincei ed ex-senatore della Repubblica, per il quale l’ipotesi di un governo ‘tecnico’ affidato a Mario Draghi “non esiste nei fatti, il suo coinvolgimento è un fatto mai avvenuto”.
Come dire, l’ipotesi di governo ‘tecnico’ esiste solo nei ‘desiderata’ di certi quotidiani particolarmente critici con il Premier Conte e il suo governo e assai sensibili verso un governo ‘tecnico’ guidato dall’ex-Presidente della Bce.
Dunque la via d’uscita possibile è un nuovo governo con Giuseppe Conte Premier, con “un nuovo programma in via di definizione e – osserva il politologo – possibilmente con Luigi Di Maio ministro degli Esteri e con Roberto Speranza alla Salute e naturalmente, dopo le tante bugie di Renzi di non tenere alle poltrone, con altri ministeri per Iv così da poter ricompensare i suoi”.
Certo il cammino del nuovo esecutivo, una volta definito il programma e la sua composizione ministeriale non sarà facile, non sarà tutto rose e fiori: “l’affidabilità di Renzi è tutta da verificare – avverte Pasquino – fermo restando che dei voti di Iv non si può fare a meno. Del resto i governi di coalizione dipendono dalla lealtà dei contraenti”.
L’asse Pd-M5S-Leu tutto sommato pare aver retto bene all’onda d’urto di Renzi e potrebbe, da questa esperienza, anche configurarsi come polo per una alleanza futura. “Lo si vedrà, ma molto dipende dalla legge elettorale”.
Ultima considerazione: il Governo Conte non è stato sfiduciato dalle Camere quindi secondo la Costituzione il Premier non era obbligato a dimettersi. “Certo le dimissioni non erano dovute: purtroppo al Senato aveva una maggioranza semplice assai friabile e precaria nei numeri per cui le dimissioni sono state un atto nobile dal momento che il Presidente della Repubblica voleva una
maggioranza significativa, operativa”.
E proprio perchè non è stato e non è sfiduciato potrebbe essere il governo-ponte fino al semestre bianco? “Con l’incarico al Presidente della Camera di esploratore siamo andati abbastanza avanti – conclude Pasquino – ed in prossimità, me lo
auguro, dello sbocco più realistico: il Conte-ter”.