VOTARE AD APRILE O MAGGIO?

DI MASSIMO RIBAUDO

E’ dall’anno scorso che in questa pandemia mi affiorano modelli di pensiero contrari e distinti. Può anche essere schizofrenia, per carità, ma credo che ciò sia dovuto alla condizione estrema, in termini di scelte, che ci pone davanti la presenza della malattia.

Sono arrivate le cure per questa malattia, ma sapevamo sin dall’inizio che essendo una pandemia che coinvolge tutto il globo non sarebbero stati possibili tempi rapidi di vaccinazione e cura. Eppure vogliamo tutto subito.

La mia percezione è da mesi contraria al 90% dei commenti che leggo in giro, sia degli specialisti, dei giornalisti, che delle persone comuni.

Spiego. Vi sono tre modi di percepire il pericolo. Quello dei bambini. Quello degli under 50. Quello degli over 50.
Ogni categoria vuole avere ragione assoluta. Non si può.

Poi ci sono i ricchi che possono pagarsi le cure e i poveri che non possono. Poi ci sono i deboli, i fragili, quelli già ammalati.

Poi ci sono coloro che abitano in zone con molti medici preparati e ospedali attrezzati, e quelli con medici che non saprebbero curare neanche un’unghia incarnita.

Poi ci sono quelli, come me, che si augurano che la crisi orienti verso scelte politiche diverse e originali, e quelli che vogliono tornare alla “normalità di prima”.

E quindi i negozianti, e i ristoratori contro gli anestesisti: questi ultimi non vorrebbero essere costretti a veder gente morire per una bombola d’ossigeno che non c’è. E ci sono gli “zero Covid” e i negazionisti.

Insomma, è un casino di opinioni, diritti, e percezioni, spesso alterate dalle informazioni alterate in modo cialtronesco dei media.

E in tutto questo è arrivato Matteo Renzi.
Così, ma veramente diviso a metà, mi chiedo.

Ma non è il caso di far saltare tutto, andare a votare anche con 500 morti al giorno, e non vederlo mai più?