SALVINI, CINTURA NERA DI FAKE NEWS

DI FILIPPO ROSSI

Le solite fake news per tirare fango. E per tentare di nascondere la totale incapacità sua degli uomini della Lega di governare.

Due giorni fa il solito sciacallo Matteo Salvini twitta dell’arresto per ’Ndrangheta di Natale Errigo: in preda al delirio complottista accusa i media di “silenzio tombale” al riguardo e definisce lo stesso Errigo “membro dello staff del commissario Arcuri”.

In realtà questo signore lavora come impiegato un impiegato ad Invitalia e non fa parte del team di lavoro di Arcuri. Anzi, viste le foto e i post pubblicati da Natale Errigo, se c’è una parte politica da lui sostenuta quella è la Lega, visto che in campagna elettorale l’arrestato si è schierato pubblicamente con il candidato del Carroccio Giuseppe De Biasic portandogli voti.

Il capolavoro delle fake salviniane, però, il leader leghista lo raggiunge quando, sempre due giorni fa, accusa Conte e il suo governo di incapacità per l’errore sui che ha portato la Lombardia in zona rossa. Peccato che poi è emerso come sia stata la Lombardia del “suo” Fontana ad aver sbagliato a inviare i dati, chiedendone tardivamente la rettifica, perché dal Pirellone si erano “solo” dimenticati di conteggiare tra i guariti i positivi asintomatici dopo 21 giorni. Un errore marchiano, grossolano, gravissimo, che ha costretto i lombardi a pesanti restrizioni. Ma Salvini invece di alzare il telefono e chiedere a Fontana a cosa stessero pensando in Regione quando hanno trasmesso i dati sbagliati, ha preferito dare dell’incapace a Conte. Un classico.

Non pago di tante edificanti figure, ieri Salvini sì è però superato. Raggiungendo l’apoteosi della cialtroneria. L’uomo dal tweet più veloce del west, non si è fatto sfuggire l’occasione della sospensione dell’Italia dalle Olimpiadi a causa della Riforma dello Sport che viola le norme Coni per scagliarsi contro il governo Conte.

Peccato che tale riforma è del 2018, quando lui stesso era il vice di Conte. E peccato che la paternità di quella riforma appartiene a Giancarlo Giorgetti, suo braccio destro. Ma figuriamoci se Salvini ha l’onestà intellettuale di ammetterlo o, almeno, il buongusto di starsene zitto, una volta tanto.

Il fabbricatorie seriale di fake news colpisce ancora. Chissà oggi quale realtà tenterà di stravolgere pur di attaccare, senza un motivo valido, gli avversari politici. Attendiamo con ansia il nuovo invito del leader della Lega da Giletti per scoprire quale sarà la boiata – o le boiate – de giorno.

Povera Italia!