BOLLETTINO BCE. L’ITALIA TRA I PAESI CON IL PIU’ ALTO DEFICIT NEL 2021

DI VIRGINIA MURRU

 

E’ stato appena diffuso dalla BCE il primo bollettino del 2021, e per ovvie ragioni l’analisi sul piano economico e finanziario non poteva essere esaltante, considerata l’emergenza sanitaria in corso e l’impatto devastante causato dal Covid-19 nell’economia dell’area.

Il bollettino è stato pubblicato anche nel sito della Banca d’Italia. Il contenuto in definitiva è il semplice riflesso dei danni economici rilevati da circa un anno, ossia da quando l’Italia e l’Europa sono state interessate dal fenomeno Covid. Fenomeno che ha imperversato in lungo e in largo nel volgere di pochi mesi ovunque nel pianeta, causando un altissimo numero di vittime e assediando l’economia delle Nazioni.

La Bce nelle sue analisi ha solo preso atto delle ripercussioni e del ‘peggioramento nel breve termine delle prospettive economiche’, legate anche alla recrudescenza riscontrata nella diffusione del virus con un assalto ancora più micidiale dei mesi primaverili, con aumento notevole nel numero dei decessi. Seguiti da, lockdown obbligato, quale unico antidoto per bloccare, o almeno limitare la grave pandemia. Un’emergenza storica, forse senza precedenti, dato che ha interessato ogni paese del pianeta.

La Banca Centrale Europea non può certo esimersi dall’analisi del fenomeno, dato che le sorti dell’economia nell’area euro (e non solo, ovvio), dipende dai mezzi e gli interventi sanitari diretti alla lotta contro il Covid, in primis tramite le campagne di vaccinazioni organizzate dai Governi le scorse settimane. Unica speranza di superare l’emergenza e riprendere il corso della normalità.

Al momento questo scenario è avvolto dalla nebbia dell’incertezza, che comincerà a diradarsi solo quando una buona parte della popolazione mondiale sarà coperta da immunità. I vaccini hanno appena lasciato i laboratori di ricerca più prestigiosi, sono stati prodotti su larga scala dalle industrie farmaceutiche, per essere quindi distribuiti in tutti i Paesi.

Il solo ‘antidoto’ contro il virus è pertanto il vaccino, sulla sua efficacia si regge la speranza di un intero pianeta, la prospettiva di saltare il fosso e raggiungere l’altra sponda, quella immune dalla dannazione che ha scaraventato l’Umanità in un girone infernale.

Gli economisti dell’Eurotower sono cauti, si legge nel bollettino: “ La pandemia da Covid, nonostante la prospettiva ottimistica delle vaccinazioni, continua a generare gravi rischi per la salute pubblica e per le economie dell’area, nonché per il resto del mondo.”

Le misure di contenimento dei contagi, adottate dagli esecutivi in autunno e durante le festività Natalizie, determineranno un nuovo calo, significativo, dell’attività economica nel quarto trimestre. Ne consegue che i bilanci dei Paesi in Eurozona sono fortemente condizionati da una politica economica che ha dovuto cambiare rotta e schemi per adeguarsi alle esigenze sanitarie e all’emergenza.

In riferimento all’Italia, gli economisti della Bce sostengono che si tratta di uno dei Paesi più bersagliati dal virus, e pertanto forti sono i danni che la sua economia ha riportato. “Insieme a Spagna, Francia e Slovacchia, registrerà i disavanzi più elevati, con percentuali superiori al 7,5% del Pil.”

La Bce sostiene che sarà necessario ancora un forte sostegno di carattere finanziario per supportare l’economia dell’area euro, “in ragione della brusca contrazione riscontrata, si auspica un orientamento di bilancio ambizioso e coordinato, che sarà essenziale almeno fino a quando non si registrerà una ripresa duratura.”

La Commissione europea ha chiesto per diversi paesi, tra cui l’Italia, attenzione alla sostenibilità di bilancio a medio termine. La Banca Centrale mette in rilievo che il sostegno di bilancio dovrebbe continuare e restare su livelli elevati, fino a quando l’emergenza sanitaria persisterà, ostacolando la ripresa.

Su questo fronte ci dovrà essere molta vigilanza e attenzione, si renderà necessario nella fattispecie “prorogare le misure temporanee al fine di scongiurare la possibilità di variazioni brusche e significative (cliff effects). Si legge ancora nel bollettino:

“Nel complesso, dalla riunione del Consiglio direttivo di settembre 2020, le condizioni finanziarie nell’area dell’euro hanno subito un ulteriore lieve allentamento, in un clima di maggiore propensione al rischio sostenuta dagli incoraggianti annunci in merito ai vaccini. Nel periodo in esame (dal 10 settembre al 9 dicembre 2020), la curva a termine dell’Eonia (euro overnight index average) ha evidenziato qualche lieve oscillazione, pur rimanendo, in ultima analisi, sostanzialmente invariata. Tale andamento riflette il contrasto fra i timori per l’accelerazione della diffusione del COVID-19 in Europa e le notizie confortanti riguardo ai vaccini.”

La Bce ha altresì individuato elementi di fragilità concernenti l’Italia, che è peraltro un Paese a forte vocazione turistica. Il calo nel settore del turismo e dei viaggi, dovuti alle restrizioni e alle misure di contenimento, nonché alle incertezze legate agli spostamenti transfrontalieri nei movimenti delle persone, come quelle relative ai lockdown, ha portato ad un crollo nel settore, e nei consumi. Questi ultimi sono tra i settori più danneggiati dallo stato di emergenza.

A questo riguardo nel bollettino Bce, si legge: “In Italia e in Spagna nel secondo trimestre del 2020, i consumi interni dei non residenti sono crollati di oltre il 90 per cento sul periodo corrispondente e cali analoghi sono stati registrati nella spesa per consumi dei residenti di tali paesi all’estero, notevolmente superiori al calo dei consumi nazionali”.

Per quel che attiene all’occupazione, la Banca Centrale Europea rileva che c’è stata nell’area una seria flessione: sono stati persi il 44% degli occupati guadagnati dal 2013. In uno schema più approfondito del bollettino, gli economisti di Francoforte mettono in rilievo che, nel secondo trimestre del 2020, c’è stata la più marcata contrazione dell’occupazione e del numero di ore lavorate mai registrata.

Proprio in questo trimestre le persone occupate erano pari a 5.2 milioni in meno rispetto alla fine del 2019. Ovvero una flessione in termini percentuali del 3,2%. Nel primo semestre il calo, come è già stato rilevato, è stato “del 44% dell’aumento del numero degli stessi a partire dal secondo trimestre 2013.”

Le misure adottate dagli esecutivi per cercare di mantenere il quadro dell’occupazione durante la pandemia, hanno raggiunto livelli senza precedenti – secondo le analisi della Bce. Soprattutto nei primi mesi della pandemia, ossia la scorsa primavera. In Francia oltre il 33% di tutti i lavoratori dipendenti sono stati interessati da una riduzione dell’orario di lavoro, in Italia il 30%, in Spagna il 21%, in Germania il 15%.

La situazione è migliorata nel periodo estivo, con riscontri positivi nel quarto trimestre del 2020. Si tratta di misure – sottolinea il bollettino – che sono destinate ad avere efficacia nel breve periodo, e in ogni caso comportano alti investimenti di risorse finanziarie, poiché non di rado si sono sovvenzionati posti di lavoro improduttivi.

In questo modo “potrebbero però ridurre l’efficienza allocativa dell’economia, qualora utilizzati su larga scala per un periodo di tempo prolungato. Per questa ragione la loro durata dovrebbe limitarsi nel tempo, per evitare di ostacolare la necessaria ristrutturazione economica.”

Per quel che concerne la politica monetaria, il Consiglio Direttivo della Bce dichiara che è pronto all’adeguamento degli stimoli, ove fossero necessari e opportuni, e di adottare tutti gli strumenti a sua disposizione affinché si assicuri che l’inflazione corrisponda al target, avvicinandosi stabilmente all’obiettivo. Ci sarà inoltre un rilancio delle misure prese a dicembre, al fine di sostenere il tessuto produttivo nell’area.

Si fa riferimento in particolare al rilancio di 1.850 mld di euro nel piano acquisti di debito, causa emergenza pandemica, estesa ‘almeno fino alla fine di marzo 2022’. Si darà corso inoltre al potenziamento dei maxi-finanziamento Tltro-III per il credito all’economia.