REPORT, LA MAFIA VOLEVA UCCIDERE SIGFRIDO RANUCCI”

DI RINO GIRIMONTE

E adesso come fai ad elaborare, a digerire tutta quest’informazione? In chi, in cosa credere? Chi ha gestito, in questi anni, il destino democratico, la sicurezza del nostro Paese? Molte cose si sapevano ma messe tutte insieme, nel racconto di Report, sono da brividi.
Tutti abbracciati, appassionatamente, politici, servizi, massoni, fascisti, mafiosi, corpi speciali, falange. Poteva mancare l’amerikano, e no che non poteva. La storia recente dell’Italia è seduta su tizzoni ardenti, è la terra dei fuochi e sotto c’è l’inferno. Che paese è questo in cui i vertici dello stato si rifiutano di rispondere, di collaborare, addirittura di mentire alla giustizia in questioni vitali per la sopravvivenza stessa delle istituzioni? E se venissimo a conoscenza della verità, cosa resterebbe in piedi di questo putrido potere?
Molte cose sono state archiviate o prescritte, per altre ancora non c’è una verità giudiziaria e forse non la sapremo mai. Ci sono carte del mazzo, quelle che formavano il castello, soprattutto quelle di sotto, che sono cadute, mancano quelle di sopra, stanno come in levitazione, aleggiano sulla nostra vita e ci condannano alla lunga notte della Repubblica.
Falcone, Borsellino e tutti i martiri meritavano, meritano altro, sono stati uccisi troppe volte.
Adesso comincerà il bombardamento della stampa amica, speriamo solo quella, ed è più che mai necessaria la vicinanza e la solidarietà con Ranucci e i giornalisti di Report.
Sono andato a dormire con una consapevolezza d’impotenza addosso, senza neanche una storia bella di Iannacone che potesse addolcire la sensazione di schifo e anche di paura.