LA ROMA VINCE MA SOFFRE TROPPO

DI FABIO MACCHERONI

Resti fra noi…Il recupero di Smalling, il fallo subito da Pellegrini e Pau Lopez che blocca un pallone innocuo che però in quel momento trasmetteva il brivido d’un rigore, poi basta. Punti e a capo, da terzi. Finale da romanisti. E partita da Roma, quella che abbiamo, con Pedro al 30/100 e Pellegrini mezzo azzoppato che convince il già convinto Fonseca a non rinunciate allo spagnolo. È un suo pallino, comprensibile e giustificato dalle prime partite della stagione, meno dall’età e dall’affanno mostrato nelle ultime uscite. Per il resto sorprendeva Brunetto Peres al posto dell’infortunato Spinazzola (quanto è mancato…) invece di Calafiori, sparito dopo un esordio con i fiocchi, o addirittura strafiocchi. Meno sorprendente Cristante al centro della difesa, perché ormai conosciamo i pallini di Fonseca e, peraltro , Il sul contributo al palleggio non dispiace in assoluto. In tutto questo, con Villar accanto a Veretout, sembrava filare tutto tranne la confidenza col gol. Veretout regalava un vantaggio striminzito perché l’attacco faceva bau bau, abbaiando senza mordere. Così , con i tre difensori ammoniti , la Roma non riuscendo a chiudere il match , restituiva fiducia al Cagliari che con un gol e una traversa mi mandava di traverso gli agnolotti. Anche perché Pedro in contropiede invece di servire Dzeko serviva Cragno, sciupando un’azione deliziosa con uno sgorbio. Fonseca con un guizzo di buon senso stavolta metteva dentro Pellegrini e Ibanez, poi Smalling, un segnale che spezzava l’incantesimo sardo: Karsdorp serviva Dzeko a porta spalancata e fine, o quasi, dell’incubo. Perché al 3-1 di Mancini (riscattati un paio di errori ) avrebbe risposto Joao Pedro (doppietta) su rigore. Di rigore resta l’affanno. E la ricerca di un portiere, non roba da poco. Anzi più difficile che piazzarsi in zona Champions.