FILIPPO NARDI, FRASI E INSULTI SESSISTI AL GF VIP. STARE PIÙ ATTENTI

DI LUISA BETTI DAKLI

Fortunatamente è stato espulso ma le sue frasi sessiste e misogine rimangono registrate. Offese esplicite dirette a denigrare donne in base all’età, riferimenti a pratiche sessuali estreme come fossero pane quotidiano, e tanto altro: un richiamo continuo a un immaginario in cui la donna è oggetto di sottomissione maschile, quella che chi lavora nel settore chiama violenza sessista, e che invece per lui e i suoi fan è soltanto un’ironia un po’ pesante che gli altri non hanno capito. Una brutta pagina della tv italiana andata in onda davanti a milioni di spettatori del GfVip5 (Grande fratello vip 5) trasmesso sulle reti Mediaset. Episodi che già erano successi con frasi riferiti a violenza sessuale o fisica da altri concorrenti e anche ospiti della trasmissione, su cui la redazione del programma si è sempre preoccupata di prendere le distanze, di redarguire, fino all’eliminazione di un concorrente ieri sera: quella di Filippo Nardi chiamato “il conte”. Ma non è abbastanza. No, non è abbastanza perché bisogna agire prima e non dopo, perché bisogna chiarire a chi entra che questi riferimenti sostengono reati e questo va messo per contratto, perché va detto al pubblico che non sono i “frasi di cattivo gusto” ma violenza sulle donne, perché chi difende (come sta succedendo adesso) questi atti va ugualmente condannato e non lasciato parlare a vanvera dato che la rivittimizzazione di una donna è esplicitamente vietata per legge dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne (ratificata dall’Italia nel 2013). Per questo, e per altri mille motivi, auspico che anche le redazioni di programmi di intrattenimento come il gfvip siano formate in maniera opportuna proprio sul fenomeno della violenza maschile contro le donne, un fenomeno strutturale che affonda le sue radici nella cultura dello stupro e che emerge in ogni angolo della nostra vita con più di un miliardo di donne e ragazze coinvolte nel mondo. Tv spazzatura, dirà qualcuno, sì ma seguita da milioni di persone a cui bisogna prestare la giusta attenzione per i messaggi che veicola, perché anche questa è prevenzione.